Calcio Padova, i segreti di un settore giovanile d’eccellenza

Parla il responsabile Sabatini, dopo i due scudetti in tre anni della squadra Under 14 biancoscudata: «Tutto grazie ad un lavoro capillare degli scout»

Stefano Volpe
Aljosa Vasic, uno dei tanti prodotti del settore giovanile del Padova (Foto Piran)
Aljosa Vasic, uno dei tanti prodotti del settore giovanile del Padova (Foto Piran)

C'è chi definisce i risultati della formazione Under 14 del Padova, capace di vincere due scudetti in tre anni (2023 e 2025), come una vera e propria impresa calcistica, paragonabile al Leicester di Ranieri campione in Premier.

Carlo Sabatini, responsabile del settore giovanile biancoscudato, che ne pensa?

«Con una punta d'orgoglio e senza falsa modestia direi che abbiamo fatto qualcosa di eccezionale. Ricordo ancora due anni fa, quando celebrammo il primo titolo parlando di qualcosa di “irripetibile”. Invece ci siamo riusciti ancora, arrivando davanti a tutte le più importanti società italiane. Una grande soddisfazione».

Ma qual è il segreto? Come riuscite ad allevare, almeno per quanto riguarda l'attività di base, i ragazzini migliori d'Italia?

«In questi anni si è svolto un lavoro capillare e abbiamo l'intero territorio sotto controllo. Un ottimo lavoro di squadra, grazie alla rete di scout, al responsabile dell'attività di base Alberto Piva e agli allenatori specializzati. Come Roberto Curci, che per questa fascia d'età è un mago e ha vinto entrambi i titoli. Non abbiamo convitti, tutti i nostri giocatori provengono dal territorio e vivono in un raggio di massimo 50 chilometri da Padova. In tal senso sono fondamentali i rapporti con le società gemellate curati da Lorenzo Bedin».

Carlo Sabatini, responsabile del settore giovanile del Calcio Padova
Carlo Sabatini, responsabile del settore giovanile del Calcio Padova

Proprio dai 14 anni in poi arriva la fase più delicata e tante big riescono a strapparvi i migliori talenti. La promozione in Serie B della prima squadra potrà cambiare le carte in tavola?

«In parte sì. Fino alla scorsa stagione, dall'Under 15 in poi, non potevamo offrire la possibilità di disputare i massimi campionati nazionali e alcuni giocatori ci lasciavano per questo. Poi ci sarà sempre chi non saprà resistere alle sirene delle squadre più blasonate e abbiamo già diverse richieste per i nostri ragazzi Under 14. Tuttavia credo che, proprio grazie ai risultati della prima squadra, riusciremo a trattenere qualche talento in più. Anche perché il brand Padova suscita ancora un bel richiamo per i giovani».

A Recanati, dove la squadra di Curci ha vinto il titolo, vi sono arrivati i complimenti in prima persona di Bruno Conti, dirigente del settore giovanile romanista. Chi altro vi ha chiamato per congratularsi?

«Ovviamente i massimi dirigenti della nostra società, ma uno dei momenti più emozionanti è avvenuto al ritorno della squadra all'Euganeo, domenica sera. Abbiamo improvvisato una festicciola con i genitori e a un certo punto abbiamo sentito al telefono mister Matteo Andreoletti. Si è voluto complimentare in viva voce con tutti i ragazzi, che appena hanno sentito la sua voce sono esplosi in un boato di gioia».

Negli ultimi anni il vivaio ha sfornato giocatori a getto continuo per la prima squadra: Lovato, Vasic, Bacci, Leoni, Fortin. In Serie B cambierà qualcosa?

«Disputare i massimi campionati dall'Under 15 in poi ci permetterà di crescere ulteriormente. Negli ultimi anni la media è stata di un giocatore del settore giovanile in pianta stabile in prima squadra a ogni stagione. Vogliamo raddoppiare e arrivare a due giocatori all'anno in prima squadra».

E non è ancora finita, l'Under 16 si è qualificata alle semifinali. Si può fare il bis?

«Ci crediamo e non ci poniamo limiti. Ora ci attende l'Albinoleffe, che è un avversario tosto».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova