Baby Bizzotto e i cali di tensione del Citta: «Sarei stato più contento se avessimo vinto 2 a 0, non 4 a 2»
CITTADELLA. «Sarei stato più contento se avessimo vinto 2-0». Giulio Bizzotto riassume bene le sensazioni lasciate dal 4-2 rifilato dal Cittadella al Renate. Intendiamoci: il successo va festeggiato, sabato pomeriggio i tifosi si sono divertiti un mondo, la squadra è stata capace di creare azioni da gol a iosa e, raggiunta sul 2-2, riuscendo a ribaltare nuovamente il risultato nella mezz’ora finale, ha dato l’idea di essere sicura dei propri mezzi e indubbiamente in salute. Però… c’è un però. Tutto legato alla capacità di saper gestire gli incontri senza complicarsi la vita, specie contro avversari del livello del Renate o della Pro Patria affrontata nel turno precedente, volenterosi ma certo non irresistibili.
«Lo sappiamo anche noi» ammette “baby Biz”, autore di un gol di classe pura, con il pallone nascosto al suo diretto controllore, prima di scaricare un destro a fil di palo violento e preciso. «Nemmeno il Barcellona riesce a giocare per 90 minuti pressando alto l’avversario, è naturale che ci sia bisogno di rifiatare. Per questo dico che sul 2-0, visto che il terzo gol non arrivava, avremmo dovuto “tenere lì” la partita. E invece ancora ci manca la capacità di saperci gestire. E non è il primo errore di lettura nella stagione. I gol, non per niente, sono nati da sviste banali. Nel caso della rete del 2-1 io stesso avrei dovuto difendere palla a metà campo. E sul 2-2 abbiamo perso l’uomo su un calcio d’angolo: la palla era stata calciata bene, ma nel momento in cui il portiere non è uscito a prenderla, qualcuno doveva intervenire in marcatura, invece Florian ha saltato indisturbato».
Numeri alla mano, il Citta è la squadra che davanti ai propri tifosi ha messo assieme più punti: 23 come l’Alessandria (che tuttavia ha disputato una gara interna in meno, 10 contro 11). Iori e compagni in casa hanno anche realizzato più gol di tutti (19), ma ne hanno incassati decisamente troppi: 13, sui 20 subìti in tutto. Solo cinque formazioni ne hanno beccati di più davanti al proprio pubblico.
«Credo dipenda dall’ambiente. Giocare al Tombolato ci galvanizza, sentire i cori d’incitamento ti spinge a cercare sempre il gol, ma ti porta anche a sbilanciarti quando invece dovresti essere più prudente», la spiegazione di Bizzotto, che nella vita extra-sportiva studia Commercio estero all’Università di Treviso («Ma sto valutando se continuare seriamente o prendermi una pausa e ripartire in futuro, perché vedo che faccio fatica a organizzarmi con i tempi»).
Generoso in campo, Giulio lo è anche fuori, nei confronti dei compagni. «Nemmeno io posso dire se quello al Renate è il mio terzo o il mio quarto gol stagionale, perché non so se il mio tocco in occasione del momentaneo 2-0 alla Pro Patria è arrivato prima che la palla avesse varcato la linea. Dopo la deviazione del difensore, mi ci sono buttato di petto per non correre rischi. Ma, se dipendesse da me, quella rete l’assegnerei a Lora: aveva fatto tutto lui».
(di.zil.)
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