Borgato campione del mondo di tennistavolo

PADOVA. Andrea Borgato è campione del mondo. Sorride l’atleta monselicense, 45 anni, specialista azzurro del tennistavolo: «Campione del mondo ha un bel suono, me lo sono ripetuto un po’ di volte», dice, come chi cerca di convincersi che, sì, il sogno si è realizzato.
Borgato ha partecipato alla prima edizione dei Campionati mondiali paralimpici a squadre a Bratislava e ha centrato subito il titolo iridato insieme a Federico Falco, in classe 1. I due azzurri, nell’ultimo match del girone a cinque, hanno battuto a sorpresa i coreani Nam KiWon e Cho Jae-Kwan, con il punteggio di 3-2 (12-10, 10-12, 11-3, 9-11, 11-8) in doppio e il 3-1 (11-8, 4-11, 11-9, 11-9) di Borgato su Nam Ki-Won. Nel round conclusivo i coreani hanno sconfitto per 2-0 la Gran Bretagna e così l’Italia ha potuto festeggiare un primo posto assolutamente clamoroso. «È stata un’emozione grande. Non tanto in gara, perché ero concentrato al massimo sulla partita e sui punti. Il bello è arrivato dopo: venerdì, prima della nostra, c’è stata la premiazione di Michela Brunelli (veronese di Bussolengo, ndr) e Giada Rossi (friulana di San Vito al Tagliamento), le nostre compagne che hanno vinto l’oro in classe 3. Quando ho sentito l’inno di Mameli, mi sono emozionato tantissimo, perché ho pensato: “Tra poco suonerà per me e Federico”. È stato in quel momento che ho realizzato che era tutto vero».
Andrea, quest’oro mondiale è una rivincita sul risultato delle Paralimpiadi di Rio?
«A Rio ho giocato bene, ho messo in difficoltà il futuro campione olimpico e ho battuto l'atleta che ha vinto il bronzo. Più che una rivincita, penso che sia un progresso della qualità del mio gioco e del mio atteggiamento mentale in partita. Questo titolo è il frutto del lavoro fatto dopo i Giochi, quando forse non ero ancora un atleta da medaglia».
Quando rientri a casa ?
«Per ora sono ancora a Bratislava, il ritorno è previsto per domattina (oggi, ndr) presto; probabilmente al mio rientro troverò una festa. Allenamenti? Mi prenderò qualche giorno di relax. È una bella soddisfazione essere campioni del mondo. Questo titolo dà consapevolezza, sicurezza. Con Federico, per vincerlo, abbiamo affrontato partite difficili e abbiamo giocato molto bene, supportandoci a vicenda nei rispettivi momenti di calo. C'è solo una cosa che mi rattrista...».
Quale?
«Sono preoccupato per la situazione tragica del posto in cui lavoro, Padova 3: credo che tra poco dovrò pormi il problema di cercarmi un nuovo posto».
Visti i risultati, ha pensato di fare l’atleta a tempo pieno?
«Sì, ma avere una tranquillità economica alle spalle è diverso: non sempre i supporti per gli atleti paralimpici sono sufficienti a garantire la serenità di potersi concentrare solo sullo sport. Staremo a vedere».
A 23 anni Borgato ha avuto l’incidente che ha dato una diversa direzione alla sua vita: era in auto con amici ed è stato tamponato nel Ferrarese. L’urto gli ha provocato la lussazione di due vertebre cervicali con compressione del midollo. Ne è conseguita una tetraplegia piuttosto importante, anche se poi il livello di lesione è diminuito e Andrea è riuscito a recuperare la mobilità delle braccia. Quelle braccia che venerdì ha alzato al cielo, fiero del suo titolo di campione del mondo.
Cristina Chinello
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