Buon compleanno Novella Fece amare il nuoto all’Italia

PADOVA. «Un giamburrasca insopportabile, maleducata con le avversarie, scortese con i dirigenti e con tutti».
Aronne Anghileri, il gran cantore delle italiche glorie natatorie, non ha mai smesso di dipingerla così, neppure oggi che Novella Calligaris, la ragazzina capace di sfidare e battere i colossi dell’Est, festeggia i suoi primi sessant’anni. Padovana doc, la sua vita sportiva è indissolubilmente legata alla piscina della Paltana, quella che una volta segnava i destini della Rari Nantes Patavium e che da un quarto di secolo celebra i trionfi degli atleti della Padovanuoto. Novella quel suo carattere scontroso, spesso condito da improvvise e irriverenti boccacce, lo ha sempre usato per difendersi da avversarie più grandi e grosse di lei. È nel cuore di tutti quello suo storico primo podio azzurro nel nuoto alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Il 30 agosto nei 400 stile libero sale sul secondo gradino, sovrastata dalla vincitrice, l’australiana Shane Gould e dalla tedesca dell’Est, Gudrun Wegner. Una immagine da Davide contro Golia reso ancora più suggestivo e struggente dal bianco e nero dei televisori, capaci di commuovere e inorgoglire l’Italia intera. Il giorno dopo la ragazzina è ancora in vasca per i 400 misti e vince il bronzo. Appena tre giorni dopo, il 3 settembre, altra impresa: terza negli 800 stile libero.
«Aveva un carattere di ferro», racconta Costantino “Bubi” Dennerlein, il suo primo allenatore. «Sopportava dei carichi di lavoro impressionanti senza mai lamentarsi. L’ho seguita a Padova nei primi tre anni, poi quando sono diventato allenatore della nazionale italiana maschile, spesso la convocavo per i collegiali insieme ai ragazzi. Non si è mai risparmiata, possedeva una grande capacità di resistere alla fatica. Riusciva a fare anche tre sessioni di lavoro al giorno, arrivando a 15-18 km. La sua corporatura minuta è stata per lei uno stimolo, forse non un handicap».
Novella Calligaris vanta indubbi meriti. Grazie a lei il nuoto azzurro ha saputo mettersi alle spalle la tragedia di Brema, quella che il 28 gennaio 1966, si è portata via sulla pista dell’aeroporto tedesco, non solo i sogni di sette fortissimi nuotatori, del loro allenatore e di un giornalista Rai, ma anche la voglia di continuare l’avventura sportiva dei loro compagni. Uno choc profondo che Novella ha saputo spazzar via grazie a una carriera strepitosa, iniziata a tredici anni, nel 1968, e finita appena sei anni dopo, nel 1974, quando ancora non aveva compiuto vent’anni. Impressionante il palmares: tre medaglie (un argento e due bronzi) ai Giochi olimpici; un oro e due bronzi ai Campionati Mondiali; un argento e due bronzi agli Europei; tre ori e un argento ai Giochi del Mediterraneo; un argento e un bronzo agli Europei giovanili. Nelle gare italiane non ha avuto nessuna seria concorrenza, vincendo titoli a un ritmo che non s'era mai visto prima: 10 nel 1969, 13 nel 1970, 14 nel 1971 e nel 1972 e 13 nel 1973. Si è migliorata oltre 80 volte: è stata primatista in tutte le distanze dello stile libero dai 100 ai 1500 per quasi tre anni dal 1970 al 1973, inoltre ne ha migliorati nei 200 farfalla, nei 200 e 400 misti, e in nazionale nelle staffette 4 × 100 stile libero e mista. Ma i meriti di Novella non si fermano qui: quando nuotava, nell’odierna piscina Grassetto della Padovanuoto, c’era solo lei. Dopo i suoi trionfi c’era la fila per entrare in vasca. È l’effetto contagioso che solo i grandi sanno regalare.
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