C’È UN SOLO CAPITANO GRAZIE ALEX

di FABIO POLONI E. hi, Ale, guarda che hai sbagliato spogliatoio. Ma che maglia ti sei messo? Cliccando le foto della partita mi accorgo che sto facendo un sorriso un po’ ebete. Quella mezza smorfia...
Di Fabio Poloni

di FABIO POLONI

E. hi, Ale, guarda che hai sbagliato spogliatoio. Ma che maglia ti sei messo? Cliccando le foto della partita mi accorgo che sto facendo un sorriso un po’ ebete. Quella mezza smorfia è una bugia a me stesso: i ricordi meravigliosi sono una vagonata, innegabile, ma la nostalgia è una montagna. Un sorriso può essere come una transenna, o un buttafuori: messo lì per non far passare la lacrimuccia.

Alla vigilia hai detto che non giochi contro, giochi dall’altra parte. Beh, per te l’altra sarà sempre quella sbagliata. Ci hanno provato, i giornali del giorno prima, a mettere in fila le foto simbolo della tua (nostra) storia: l’esordio, Roma e Tokyo, il cinque maggio, la B, la rinascita, l’addio. Non bastano, e come potrebbero. Ne mancano cento, e non sarebbero ancora abbastanza. Il gol alla Fiorentina, la punizione a San Siro, la standing ovation del Bernabeu, ok, ma tu sei anche (e forse soprattutto) altro. Sei la maglietta “Bast...A” dopo averci guidato in B. Sei il pollice insù mostrato a Cufrè dopo uno schiaffo preso. Sei le lacrime per quel gol dedicato a papà Gino. Sei la maglia numero 10 che non hai voluto fosse ritirata «perché ogni bambino deve sognare di poterla indossare». Non sei cinema, sei vita. Chi ha capito che eri qualcosa di speciale già in quei primi passi, in quel primo gol bianconero (Reggiana, ’93) capirà anche che, più che retorica, queste righe sono cuore. One love, lo hai detto tu.

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