Cestaro, la scommessa è l’accordo con il figlio Ma pure con i futuri soci

Per comprendere meglio il momento storico dell’ingresso nella stanza dei bottoni del Calcio Padova di un altro Cestaro (Lorenzo, il figlio 43enne di Marcello), è bene riandare con la memoria all’inizi...
Di Stefano Edel

Per comprendere meglio il momento storico dell’ingresso nella stanza dei bottoni del Calcio Padova di un altro Cestaro (Lorenzo, il figlio 43enne di Marcello), è bene riandare con la memoria all’inizio di quest’anno, pochi giorni dopo l’approvazione del bilancio Unicomm, il colosso della grande distribuzione (7.100 dipendenti) con base operativa a Dueville. Il fatturato 2011 ha sfiorato i 2 miliardi di euro, eppure le preoccupazioni sono tante in famiglia, perché c’è la crisi, che frena i consumi, e perché gli utili si riducono.

Fra i due fratelli, Marcello appunto e Mario, che hanno il 50% a testa di quote del gruppo, i rapporti sono tesi. Il motivo è facilmente intuibile: il cavaliere spende troppo per lo sport, con quel Padova a cui si è legato visceralmente dal 2003 che gli è sin qui costato più di 40 milioni di euro.

Si parla di almeno due acquisti per migliorare ulteriormente la già forte squadra di Dal Canto, un difensore centrale e un centrocampista. Arriva solo il secondo, Bentivoglio, per di più coinvolto nel calcioscommesse. Per farla breve, l’intera famiglia e il nuovo direttore finanziario della Unicomm, Walter Pulcini, in quei giorni impongono l’alt al patron, chiudendogli i cordoni della borsa. Basta con gli ingaggi folli, soprattutto considerando che alla fine della stagione calcistica 2011/12 il conto complessivo salirà a 70 milioni! Così, per evitare una “spaccatura” pericolosa in casa Cestaro, Mario, i figli (tre) di Marcello e le banche che lavorano con il gruppo suggeriscono la mossa Lorenzo: deve entrare nel Padova.

«Uno che i conti li sa fare, e ci sta anche molto attento», scherzava lunedì sera il cavaliere dopo l’assemblea dei soci. Sarà lui a ricoprire il ruolo di vice presidente operativo e di amministratore delegato nell’organigramma che sarà definito a metà luglio, ma soprattutto è tra padre e figlio che si giocherà la vera scommessa per il futuro: fare meglio di quanto (non) fatto sinora, a costi ridotti di oltre il 60 per cento.

Mica facile, specialmente considerando l’ambizione (intatta) del presidente. E se davvero dovessero entrare in società i Bergamin, i Tosetto e i Salot, i due imprenditori e il mediatore finanziario che stanno trattando da settimane con Cestaro l’acquisizione di un pacchetto di quote fra il 20 e il 30%? La scommessa sarebbe ancora più intrigante, perché parliamo di gente molto seria, abituata soprattutto a risultati concreti e ai conti a posto, non agli sperperi a getto continuo. Il nuovo romanzo biancoscudato è appena agli inizi, credeteci.

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