Cinquant’anni e due vite La Fantic Motor festeggia una storia di successi e il futuro ecologico

l’anniversarioSono passati 50 anni da quando in un capannone di Barzago Mario Agrati ed Henry Keppel fondarono un marchio storico, quello della Fantic Motor. Già il nome era tutto un programma:...

l’anniversario

Sono passati 50 anni da quando in un capannone di Barzago Mario Agrati ed Henry Keppel fondarono un marchio storico, quello della Fantic Motor. Già il nome era tutto un programma: Fantic era l’abbreviazione di “Fantastic”. Quelle moto dovevano servire al divertimento, ma anche stupire, anticipare i gusti del pubblico e le tendenze mondiali. Dovevano arrivare prima, anche nelle competizioni. Fu buona la prima.

A un anno dalla fondazione del marchio, dai cancelli esce una moto rivoluzionaria, la Caballero: «Noi al nome delle nostre moto pensavamo bene», ricorda divertito Mario Agrati. «Ci stavamo pensando quando uno di noi estrasse un pacchetto di sigarette olandesi, le Caballero. Mi illuminai, ma poi gli olandesi ci fecero causa e dovemmo pagare grosse penali». In quel momento nacque il mito. Quelle piccole moto da enduro (che allora si chiamava “regolarità”) aveva un motore Minarelli da 50 cc, quattro marce e un carburatore Dell’Orto da 14 mm, che appena la moto usciva dal concessionario veniva sostituito con uno da 19, in barba al Codice della Strada.

Con quelle moto dal disegno semplice migliaia di giovani piloti si lanciavano fra le strade dei paesi e fra i campi, saltando e andando di traverso. La consacrazione del modello, prodotto dal 1969 al 1981, si ebbe nel 1973, quando peraltro iniziarono ad arrivare anche numerosi titoli sportivi. Nessun appassionato può dimenticare i titoli vinti dal campionissimo Maurizio Dolce fra gli anni Settanta e Ottanta. Indimenticabili i campionati del mondo vinti da Thierry Michaud nel 1985, 1986 e 1988, oltre ai titoli costruttori del 1988 e 1989.

Un filotto di successi da far perdere la testa a chi quegli esemplari li aveva progettati e a quelli che con loro avevano diviso gli anni della gioventù. D’altronde, il sottotitolo del marchio era chiaro. La Fantic, fin dal primo giorno, si era imposta di essere un esempio di “motorizzazione ricreativa”, un carattere che non ha mai perso. Fu Fantic a inventare il primo Chopper, altra moto iconica che ha cambiato il costume italiano. Una tale carica di vitalità non poteva andare dispersa dopo la chiusura, avvenuta nel 1997.

La notizia dell’acquisizione del marchio da parte di Federico Fregnan (che ha lasciato nel 2014) fu vissuta con emozione da milioni di motociclisti. La proprietà si impegnò a far risplendere un marchio su cui si era spenta la luce. Grazie alla Fantic Motor R250, il marchio torna nel 2005 nel campionato mondiale 250 con Gabriele Ferro e Arnaud Vincent dietro il manubrio. Ma il rilancio sportivo non riesce del tutto: l’anno dopo la Fantic partecipa solo all’europeo e dal 2007 si concentra solo sui campionati nazionali, laureandosi campione nell’enduro e nel motorally nel 2008 nella categoria 125 a quattro tempi.

È storia di ieri, data dall’ad Mariano Roman, una Caballero in versione elettrica. Vedremo se sarà il modello con cui la nuova Fantic trevigiana riuscirà a rinverdire i fasti del passato, che nella festa dei 50 anni ha fatto scappare una lacrima al fondatore Mario Agrati. —

Niccolò Budoia

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