Cittadella, la fabbrica dei bomber

Coralli, Meggiorini, Ardemagni e Piovaccari: Marchetti non ha sbagliato un colpo
PIOVACCARI, IN TESTA CON 19 RETI. Federico Piovaccari è nel suo anno di grazia. Dopo la doppietta di Piacenza, che segue quella nel derby con il Padova (nella foto, l’esultanza dopo il primo gol nel 3-1 del 14 marzo scorso), guida la classifica dei marcatori di serie B con 19 reti. Mai prima era stato così prolifico in carriera. Con lui il Cittadella può puntare alla salvezza.
PIOVACCARI, IN TESTA CON 19 RETI. Federico Piovaccari è nel suo anno di grazia. Dopo la doppietta di Piacenza, che segue quella nel derby con il Padova (nella foto, l’esultanza dopo il primo gol nel 3-1 del 14 marzo scorso), guida la classifica dei marcatori di serie B con 19 reti. Mai prima era stato così prolifico in carriera. Con lui il Cittadella può puntare alla salvezza.
 
CITTADELLA.
Una volta può essere il caso, due la buonasorte che ti dà una mano, ma quando azzecchi per quattro stagioni di fila il bomber, e lo proietti ai vertici della classifica marcatori, significa che il marchio di fabbrica è di quelli «doc», da tenersi ben stretto e non cedere a nessuno. A Cittadella sanno bene che cosa significhi «attaccante in grado di fare la differenza», inteso come colui che buca le reti avversarie con continuità, e sanno bene pure chi è l'artefice di tutto ciò, Stefano Marchetti, 47 anni, il direttore generale della società. Bravissimo a portare sotto le mura quattro punte con i fiocchi: Claudio Coralli, Riccardo Meggiorini, Matteo Ardemagni e Federico Piovaccari.  
Le mie priorità.
Ma come fa, lo stratega granata, ad indovinare sempre sul mercato l'elemento giusto per le proprie esigenze? «Per costruire una squadra, ma anche per individuare l'attaccante ideale - è la sua risposta - servono diverse cose: 1) motivazioni forti; 2) qualità dei giocatori; 3) informazioni approfondite su di loro. La differenza, tuttavia, la determina sempre il carattere». Che poi l'occhio clinico di chi è stato calciatore, e per di più nel reparto offensivo, colga particolari che ad altri potrebbero sfuggire è un'ulteriore dote in possesso del nostro d.g. «Ricordo, ad esempio, che mi orientai su Ardemagni dopo averlo visto con la selezione di serie B a Milano. Mi convinse perchè, a differenza di altri suoi compagni, si allenava con un'intensità tale come se stesse disputando una finale. O ancora Meggiorini: quando andai a trattarlo con l'Inter, dopo averlo seguito in numerose partite della Primavera nerazzurra, non riuscii a spuntare più del prestito, una formula che è contraria alla mia "filosofia". Fissammo il riscatto della metà, e così dicasi per il controriscatto a favore del Citta. Non disputò un grande campionato in C/1 (2006/07, 28 presenze e 5 reti, ndr), eppure lo confermai. Da lì in avanti esplose».  
Coralli il più completo.
Marchetti non ha segreti o retroscena particolari da svelare, di una cosa però è straconvinto: «Mai creare le condizioni perchè sia il Cittadella a chiedere tizio o caio, piuttosto il contrario, favorire l'avvicinamento degli altri. Non potete immaginare quante volte mi sono alzato dal tavolo, rompendo con l'interlocutore di turno perchè le condizioni non mi stavano bene. E poi con la stessa persona ritrovarsi per definire accordi importanti». Sugli ultimi, grandi bomber passati da Cittadella traccia un preciso identikit: «Coralli è il più completo. Magari brutto da vedere, però furbo, bravissimo nel difendere la palla spalle alla porta, generoso. Meggiorini ha un sinistro devastante, è cresciuto nel tempo, possiede grandi qualità, ma è un ragazzo che deve sentire la fiducia su di sè per rendere al meglio. Ardemagni è sano, positivo, dotato di enorme spirito di sacrificio, e dà il meglio quando va in... guerra. Piovaccari, infine, come potenza fisica è il numero uno. Il suo cambio di passo è da serie A, eppure deve migliorarsi ancora».  
La psicologia.
Al di là del legame che lo unisce a Foscarini («L'ho conosciuto da giocatore, eravamo insieme alla Virescit, poi come tecnico, ma la differenza l'ha fatta l'uomo. Fra di noi c'è una sintonia totale»), il direttore lavora molto sulla testa, sia nel forgiare la personalità dei suoi giocatori-chiave che nel limarne le spigolature del carattere: «Non è solo questione di fiuto, sarebbe troppo riduttivo - spiega - Non devo acquistare giocatori e venderli, e poi lasciar perdere il resto. No, non è questo il mio compito ma parliamo di un ruolo più complesso. In due parole, devo investire sul capitale che ho in casa e coltivarlo. E questo non è facile. Prendete l'attualità: lottiamo per restare in B e giorno dopo giorno parlo con i ragazzi, li ascolto, chiedo loro determinate cose, soprattutto il rispetto delle regole».  
Il futuro.
Marchetti e Foscarini da una parte, il Cittadella dall'altra. Un mese all'epilogo della stagione e tutto è in ballo. E da giugno in poi? «Parlo per me - conclude il d.g. - Ora sono concentrato sulla salvezza da raggiungere. Poi, a bocce ferme, valuterò il mio futuro». Tradotto in soldoni: mai dare nulla per scontato sotto le Mura.  
RICCARDO MEGGIORINI.
Nato a Isola della Scala (Verona) il 4 settembre 1985, ha indossato per tre stagioni e mezzo la maglia granata, realizzando 40 gol. In serie A ha giocato nel Bari e nel Bologna.

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