Davide, il pilone che ha “placcato” l’infortunio al crociato
Ex giocatore del Roccia e laureato in Scienze motorie ha collaborato alla stesura di un protocollo di rischio

PADOVA. Altro che “piloni ignoranti”. A tirare un placcaggio micidiale al più stantio degli stereotipi sul rugby è un giocatore di prima linea padovano, Davide Pavan, 34 anni, ex pilone e tallonatore del Roccia Rubano dove ha fatto tutta la trafila delle giovanili alla serie C, fino a diventare allenatore del settore mini rugby. Laureatosi a Padova in Scienze motorie con una tesi sulla tecnica del placcaggio, con relatore Giorgio Sbrocco, e quindi passato all’università di Sheffield per un master, da tre anni collabora con la professoressa Zimi Sawacha, coordinatrice del laboratorio di Bioingegneria del Movimento di Padova (Dei), contribuendo ad acquisire dati inediti sull’infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio. Dati talmente interessanti che hanno portato alla stesura di un protocollo di analisi del rischio di rottura del legamento, di cui è già stata depositata la domanda di brevetto e da cui è nata la start-up BBsof, in collaborazione con l’università di Padova. Il protocollo in questione, basato su un algoritmo, si chiama Acl Quick Check (dall’inglese “Anterior cruciate ligament”) e ha già suscitato l’interesse delle società sportive di varie discipline sportive, come il Calcio Padova e la Reyer Basket. Il mese scorso Pavan e Sawacha sono volati a Brisbane, in Australia, per presentare il brevetto al congresso mondiale delle società di biomeccanica. Il riscontro è stato assai positivo, tanto da convincere l’università di Melbourne a chiedere una partnership. Grazie al suo algoritmo la BBsof garantisce dati oggettivi sulla funzionalità del legamento e sui tempi di recupero post operatorio, decisivi per programmare tempi e modi di un ritorno in sicurezza all’attività agonistica. A differenza di altri studi simili, questo nasce da riscontri ottenuti sul campo, analizzando con riprese e sensori biomeccanici i movimenti naturali di placcaggio eseguiti da giocatori di rugby in allenamento, prima al Cus Padova e quindi con i professionisti del Benetton Treviso. Tutto è partito dalla tesi di laurea sul “placcaggio perfetto” scritta da Pavan sotto la guida del professor Sbrocco, che nel 2014 ha reindirizzato il suo studente al team di ricerca guidato dalla professoressa Sawacha, a sua volta “sensibile” al rugby avendo tre figli che giocano al Cus. La passione del pilone padovano e l’esperienza del laboratorio di Bioingegneria, hanno permesso di rilevare delle anomalie nel comportamento del ginocchio di un rugbista cussino operato al legamento. Nei mesi successivi, seguendo le tesi specialistica in ingegneria biomeccanica di Federica Cibin, la stessa anomalia è stata rilevata in un giocatore del Benetton che a sua volta subito la rottura del crociato. A questo punto è nata la decisione di brevettare l’algoritmo, depositato da Sawacha insieme alla dottoressa Cibin, di cui risultano coautori lo stesso Pavan, il professor Sbrocco, il professor Claudio Cobelli e le assegniste di ricerca Fabiola Spolaor e Annamaria Guiotto. A contribuire con le loro tesi ad arricchire i dati sono stati anche gli studenti di scienze motorie Alessandra Leona, Fabio Marchetto e Marco Dainese, tutti allenatori del minirugby al Roccia. «È un progetto di successo perché frutto di una sinergia multidisciplinare», spiega orgogliosa la professoressa Sawacha, «Ma se Davide non avesse bussato alla nostra porta non saremmo mai arrivati a questo protocollo e al suo brevetto». Dopo aver incassato applausi a Brisbane, l’Acl Quick Check sarà presentato ufficialmente al Cus Padova il 23 settembre, nonché al prossimo congresso europeo di “Analisi del movimento in clinica”.
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