Destro e la maratona di Padova: «Il tracciato piace ma dobbiamo renderla più internazionale»
Presidente dal 2015, è stato riconfermato alla guida di Assindustria Sport: ecco il suo programma del quadriennio

PADOVA. L'imprenditore del running a Padova ha virato la boa di metà percorso. Al vertice di Assindustria Sport dal 2015, Leopoldo Destro ha chiuso il suo quadriennio da presidente con risultati significativi e si accinge ad affrontare, da riconfermato, il girone di... ritorno (mutuando il termine dal calcio) del prossimo quadriennio con forti ambizioni, prima fra tutte l'idea di rendere la Padova Marathon un evento podistico ancora più internazionale. L'anno appena chiuso ha visto andare in scena la ventesima edizione, coronata dall'ennesimo successo, ma è tutto il polo dell'atletica gialloblù che pulsa di fervore come non mai.

Presidente, che bilancio stila del 2019?
«Sono un industriale prestato all'atletica e al sociale. Vorrei prima di tutto parlare del core business di Assindustria Sport, una squadra in cui – e mi riferisco al Consiglio, di cui faccio parte dal 2011 – ci sono imprenditori di peso, come Marco Stevanato e Federico de Stefani, e sportivi eccellenti, come Rossano Galtarossa e Giorgio Menapace, squadra molto compatta, che vuole promuovere l'idea di svolgere una funzione non solo sportiva, ma anche sociale. Lo sport è una delle basi, insieme alla scuola, su cui far crescere le generazioni future, anche se purtroppo è trascurato dallo Stato. In questi tre anni e mezzo abbiamo fatto molto, non solo come società sportiva, ma anche con le scuole, attivando 12 istituti e coinvolgendo oltre 2000 ragazzi e ragazze che vengono a svolgere sostanzialmente le ore di educazione fisica da noi, allo stadio Colbachini, con a disposizione tutta la nostra struttura e i nostri tecnici, da Ruggero Pertile a Chiara Paesotto, e con atlete come Magdelin Martinez e Yusneysi Santiusti. Venendo alla Maratona, la ventesima edizione è stata importante, confermando la bontà delle scelte compiute quattro anni fa, quando abbiamo deciso di cambiare percorso, dandogli una valenza per il territorio, lavorando cioè per dare lustro alle varie eccellenze del Padovano. La variazione del tracciato è stata molto apprezzata dai runners, i numeri in crescita costante della mezza maratona lo testimoniano, e questo significa aver giocato bene con le amministrazioni comunali, la Provincia e la Camera di Commercio, per internazionalizzare ancor più la manifestazione, che ha registrato la partecipazione di atleti provenienti da ben 52 nazioni».

Eppure in valore assoluto, come percentuale, la quota stranieri è ancora bassa...
«Appunto, la vera sfida per i prossimi anni è proprio quella di rendere la Maratona ancora più internazionale, sia la corsa che la città lo meritano».
Siete entrati di diritto nella top five italiana, davanti avete, partendo dall'alto, quelle di Roma, Venezia, Milano e Firenze. Siete pronti a salire la scala delle gerarchie?
«Io ci credo. Un evento così deve continuare a rinnovarsi, regalando a chi vi partecipa sempre qualcosa di nuovo».
Da imprenditore, come si pone nei confronti di industriali e aziende quando chiede un aiuto economico per l'organizzazione?
«Se vai a proporre qualcosa giusto per chiedere qualcosa, difficilmente ti supportano. Bisogna avere una progettualità e un'idea chiare di ciò che si va a presentare, per assicurare un ritorno a chi sponsorizza. Secondo me, molti sono disposti ad aiutarti se dietro all'evento ci sono aspetti legati al far bene, alla solidarietà. Non dimentichiamo, ad esempio, il mondo delle onlus: quando sono entrato, ce n'erano cinque che partecipavano al charity program della maratona, quest'anno sono state 21, nel 2020 ne abbiamo già 23 alla partenza».
E il meeting internazionale, che si è trasferito dall'Euganeo al Colbachini?
«E' il nostro fiore all'occhiello. Sulla base della classifica Iaaf siamo al secondo posto, in Italia, dopo il Golden Gala di Roma, e diciottesimi nel mondo. Abbiamo portato sempre campioni ultramedagliati che hanno fatto passerella, oltretutto gratuita per il pubblico, e questo grazie alla Nike».
Assindustria Sport ha anche due squadre in Serie A.
«Facciamo promozione nelle scuole, con i nostri allenatori preparati ad accogliere i ragazzini e le ragazzine che vogliano far parte della società, aiutandoli sia sul piano tecnico che sotto l'aspetto psicologico. Le iscrizioni sono aumentate del 23% negli ultimi tre anni, e questo ci conforta perché vorremmo per il futuro atleti che provengano dal nostro vivaio. Quattro anni fa la squadra femminile non esisteva, e invece quest'anno ha disputato le finali oro dei Campionati nazionali, e quella maschile ha partecipato sia alle finali oro nazionali che a quelle dei Campionati di società. Tra parentesi, nel 2020 ospiteremo al Colbachini proprio le finali italiane di questi ultimi».
Lei è stato insignito della stella al merito sportivo da parte del Coni regionale.
«Mi fa piacere come riconoscimento per ciò che è stato fatto nell'ultimo quadriennio, ma lo condivido con tutta la squadra che mi supporta”. La famiglia? “Il tempo che le dedico è sempre più ridotto, molti fine settimana sono via con le squadre. Mia moglie Samantha (Tabacchi, ndr) ha condiviso questo spirito sportivo, Maddalena, 14 anni, pratica mezzofondo e marcia, e Federico, 12, gioca a calcio nelle giovanili del Padova. Non posso dire che lo sport non faccia parte del nostro Dna». —
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