«È come tornare a casa con la scuola calcio del Mestrino Rubano»

Aldo Serena alla presentazione della nuova stagione La realtà sportiva legata al Milan coinvolge 500 ragazzi 

RUBANO

Una grande festa di sport per la presentazione della scuola calcio del MestrinoRubano si è tenuta al centro commerciale Le Brentelle, dove oltre ad essere accorsi circa 200 bambini accompagnati da allenatori e dirigenti, è stato presente come ospite d’onore Aldo Serena, grande ex di Milan, Inter, Juventus e Nazionale italiana, e oggi opinionista sportivo per le reti Mediaset.

Ospiti dell’evento anche Otello Di Remigio, responsabile delle scuole calcio del Milan, e Gianfranco Parma, tecnico della Milan Accademy: il MestrinoRubano infatti con il suo settore giovanile - che coinvolge quasi 500 tra bambini e ragazzi – si è affiliato al Milan, prolungando la partnership che già il Rubano deteneva con la società rossonera prima della fusione.

«Io con realtà calcistiche di provincia come questa mi sembra di tornare a casa», racconta Aldo Serena, «sono cresciuto a Montebelluna e sono andato all’Inter solo a 18 anni, dopo aver fatto tutta la trafila dai giovanissimi fino alla prima squadra. E sono stato fortunato ad aver avuto il sostegno di tanti volontari che ci seguivano unicamente per il gusto di far crescere i ragazzi, proprio come fanno tante persone qui al MestrinoRubano».

Al suo fianco durante la conferenza stampa presenti anche il presidente Daniel Bortolamei che ha voluto ribadire l’impegno della sua società ad investire con convinzione nella costruzione di un settore giovanile d’eccellenza, e pure Sandro Vecchiato, proprietario di Birra Antoniana, che ha confermato attraverso la sua sponsorizzazione il sostegno a un progetto sportivo a cui è molto legato. Un settore giovanile quello dell’MR che infatti ora con la sua espansione vedrà rinforzarsi la collaborazione con il Milan: «Il MestrinoRubano è una delle nostre 13 scuole calcio del Triveneto e con i suoi numeri ha tutte le carte in regola per diventare in poco tempo un’eccellenza», spiegano Otello Di Remigio e Gianfranco Parma del Milan, «ogni mese ci saranno incontri di formazione con allenatori e dirigenti e saremo presenti sul territorio per monitorare il lavoro con i nostri osservatori. Noi ricerchiamo il talento e nel Veneto crediamo molto, ma non vogliamo regalare sogni ai genitori che anzi devono essere bravi a non creare pressioni ai bambini: gli obiettivi sono divertirli ed educarli, poi se ci sarà il talento verrà data anche un’occasione».

«I genitori infatti a volte sono davvero pericolosi», conferma Serena, che poi si sofferma ad analizzare lo stato di salute del calcio italiano, che in Veneto dopo lui, Baggio e Del Piero non ha più prodotto campioni. «I ragazzi italiani», dice, «sono penalizzati dalla presenza di tanti calciatori stranieri, poi nelle giovanili serve fare un grande lavoro anche nel dare personalità ai giovani perché serve anche carattere per emergere a certi livelli. Qui in Veneto rispetto agli anni miei, di Baggio e Del Piero per i bambini ci sono anche tante altre offerte formative con altri sport, una volta invece il pomeriggio esisteva solo il calcio per strada e c’era anche più voglia di emergere spinti dalla povertà». —





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