«È il doping il grande affare della mafia»
ROMA. C'è un mercato che fa gola alle mafie di mezzo mondo: è quello dei farmaci contraffatti e del doping, che permette alle associazioni malavitose di lucrare più del traffico degli stupefacenti. A lanciare il monito è il comandante dei Nas, Cosimo Piccinno, intervenuto al convegno ospitato dal Coni «Lotta al doping». «Ci preoccupa il dato in crescita legato ai medicinali illegali contraffatti, anche attraverso la vendita dei farmaci on line. C'è un interesse criminale: la mafia, l'ndrangheta, la mafia giapponese, cinese e russa investono sui farmaci illegali e contraffatti», ha detto il generale di divisione dei Carabinieri. «Un euro investito su uno stupefacente rende 16 volte l'investimento, un euro investito nella filiera dei farmaci 2.500. C'è un giro d'affari di 50 miliardi di euro all'anno, ma c'è chi dice che sia pari a 200 miliardi all'anno. Il doping è reato penale che nuoce gravemente alla salute, è il lato oscuro dello sport». L'attività di contrasto al doping dei Nas dal 2008 ha portato a 4.397 denunciati, 612 arresti, oltre 2 milioni e mezzo di fiale sequestrate.
Damiano Tommasi, presidente dell'Aic e consigliere Coni in quota atleti, ha parlato di «superficialità che si fa nell'utilizzo dei farmaci, figlia anche di una cultura in cui è più facile aprire un armadietto di farmaci, indipendentemente dall'essere atleta o no».
Il Laboratorio Antidoping di Roma e la Procura Antidoping del Coni sono in trincea: «Le nuove sostanze oggi sono oltre 400, erano 250 a fine secolo, 10-20 negli anni '60», ha rilevato Francesco Botrè, direttore del laboratorio romano. «Nel 2013 l'indice di positività del laboratorio è stato pari al 2,83%, contro il 2,21% mondiale, e anche i rapporti campioni analizzati/risorse disponibili, prodotti ricerca/risorse disponibili sono di gran lunga superiori alla media mondiale». Poi il lavoro passa alla Procura di Tammaro Maiello. Dal primo luglio 2013 ad oggi il suo ufficio ha deferito 219 atleti (116 dal 1 luglio 2013 al 1 luglio 2014 e altri 103 nel corso dell'ultima parte dell'anno). Di questi, 59 riguardano non tesserati.
L'illecito più contestato è relativo alla presenza di sostanze vietate o dei suoi metaboliti o maker in un campione biologico (106 illeciti tra luglio 2013 e novembre 2014). Il 98% dei procedimenti della Procura Coni è stato accolto dal Tribunale Nazionale Antidoping. Un ricorso all' inganno che non risparmia nemmeno il mondo paralimpico, dove il fenomeno è «in crescita».
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