Enogu, nuovo corso azzurro

ABANO TERME. Grandi speranze. Sono quelle di Paola Egonu, con i suoi 17 anni ancora da compiere la più giovane del gruppo azzurro in ritiro tra Abano, Montegrotto e il PalaFabris di Padova agli ordini del ct Marco Bonitta. E, rovesciando le prospettive, grandi speranze sono anche quelle che il volley italiano femminile riversa su di lei. Perché Paola, nata a Cittadella, unica veneta fra le convocate a questo stage, è un talento vero. Cristallino. Forte di 190 centimetri di altezza e di un’elevazione non comune, che la porta a toccare i 3.36 metri quando salta. «Sono la più piccola, sì, ma le veterane mi hanno fatto subito sentire parte della squadra. Io di mio sarei una che si agita molto, invece le compagne mi hanno aiutato a sciogliermi», racconta questa opposta diventata schiacciatrice, a bordovasca della piscina del Panoramic Hotel Plaza. «E poi è il mio primo collegiale organizzato vicino a casa. È bello sapere che hai la famiglia e i tuoi amici qui vicino. E martedì prossimo verranno a vedermi alla partita». La partita in questione è l’amichevole che l’Italia giocherà contro le ragazze della Big Ten Conference, selezione universitaria statunitense, anch’essa in ritiro alle Terme: la gara inizierà alle 20 e sarà aperta al pubblico con biglietto unico a 5 euro (acquistabile tramite il sito Fipav di Padova).
Paola, che frequenta il quarto anno di ragioneria, è l’emblema del nuovo corso multietnico dell’Italvolley, assieme alle più esperte Diouf, Sorokaite e Malinov, per citare le ragazze al lavoro in questi giorni. «Sono nata a Cittadella e cresciuta a Galliera Veneta da genitori nigeriani, che erano in Italia già da tempo. Poi mi sono trasferita a Milano, per giocare nel Club Italia. Mai avuto problemi di alcun tipo, qui. Sono sempre stata benissimo e spero di diventare grande in questo sport. Ma ho tanta strada da fare». I suoi primi passi li ha mossi proprio a Galliera, nel Team Volley, e, anche adesso che è nel gruppo della nazionale maggiore, al lavoro in vista dell’Europeo di settembre in Olanda e Belgio, non dimentica la prima allenatrice. «Fabiola Bellù: è stata lei a darmi le basi e a insegnarmi come ci si comporta».
Diego Zilio
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