Fedele sbaglio il cambiò e alla fine fu Serie C/2

Il precedente clamoroso del 3 aprile 1999: contro il Varese entrò Landonio al posto dell’under Barone

PADOVA. L'incredibile errore tecnico dello staff biancoscudato a Pavia, già ribattezzato “caso Amirante”, ha subito riportato alla mente di tanti tifosi quanto successo allo stadio Euganeo contro il Varese il 3 aprile 1999 (anche allora era terza serie). Un altro clamoroso svarione tecnico e regolamentare che in quell’occasione non costò al Padova soltanto una figuraccia a livello nazionale e una multa. Il prezzo pagato dai biancoscudati fu molto, molto più caro: la terza retrocessione in quattro anni, questa decisa ai playout, con la squadra che precipitò in Serie C/2. All'epoca si era nel pieno della gestione Viganò, il presidente brianzolo che aveva rilevato la società in Serie A nella primavera del 1996, trascinandolo in C/1 nell'arco di due anni e mezzo. Ma anche in quella categoria le cose non andarono affatto bene. I biancoscudati, nel giro di dodici giornate, cambiarono tre allenatori (da Colautti a Fedele, con l'intermezzo di Ottoni), e a gennaio salutarono anche Piero Aggradi, che lasciò il posto di direttore sportivo a Gianni Di Marzio. La squadra navigò sempre in acque di bassa classifica, ma il 3 aprile ebbe l'occasione di risollevarsi nello scontro diretto all'Euganeo con il Varese. La partita si mise subito bene, il Padova andò sul 2-0 con Barone e Saurini e sembrò ad un passo dalla vittoria della svolta. Ma a tre minuti dal 90’ ecco il fattaccio. In base al regolamento della Serie C dell'epoca, ogni squadra doveva avere in campo per tutta la gara almeno un giocatore under 21. Ma Adriano Fedele e il suo staff incredibilmente se lo dimenticarono quando l’allenatore sostituì il giovane Barone con il più anziano Landonio. Il Padova così si ritrovò senza “under” in campo, tra lo sconcerto generale. Il ds Di Marzio e il dg Gardini provarono, dalla tribuna, a raggiungere immediatamente il campo per bloccare il cambio (proprio come successo sabato a Pavia), ma in questo caso giocò un ruolo decisivo anche la distanza degli spalti dell'Euganeo dal terreno di gioco. «Non mi è ancora chiaro che cosa spinse il tecnico a compiere quella sostituzione», raccontò Di Marzio dieci anni dopo agli autori del libro “Biancoscudo”, «pur conoscendo egli perfettamente il regolamento vigente. Ancora mi chiedo se dietro a quell’azione da parte di Fedele ci fosse magari qualche ripicca o qualche divergenza di vedute con altri dirigenti».

Risultato? Il Padova perse 2-0 a tavolino e, nonostante tre vittorie consecutive nelle ultime tre gare, a fine campionato arrivò quint'ultimo a pari punti proprio con il Varese. La classifica avulsa (che ovviamente sarebbe stata opposta se nello scontro diretto fosse valso il risultato maturato sul campo) costrinse i biancoscudati ad affrontare i playout contro il Lecco. Playout persicon conseguente retrocessione nell'abisso della C/2.

Stefano Volpe

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