Frare, il baluardo della difesa «Citta, serve più concretezza»

Il difensore centrale è diventato un punto fermo della difesa di Venturato «Sabato dobbiamo tornare a vincere al Tombolato contro la Juve Stabia»
colucci foto er spezia cittadella frare gudjohnsen
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I gol di Diaw, le parate di Paleari, i lanci di Iori. Loro finiscono spesso in copertina, in questo Cittadella. Ma tra i migliori in campo a Pescara c’è stato anche un ragazzo di cui si parla meno, ma non meno prezioso nel suo apporto: Domenico Frare, difensore centrale che sempre più sta diventando una certezza. «La stagione per me non è iniziata benissimo per un infortunio che mi ero trascinato dall’anno scorso, ma finalmente sto ritrovando una certa continuità», il commento di questo ventitreenne di Conegliano. «E la vittoria di Pescara serviva. Ultimamente abbiamo avuto risultati altalenanti e avevamo bisogno di alzare il morale».

Adesso occorre ripetersi anche al Tombolato. Come si spiega la differenza di rendimento fra sfide interne ed esterne? «Uno dei problemi è la concretezza, che spesso ci manca. E poi c’è da considerare l’atteggiamento degli avversari, che quando arrivano al Tombolato tendono ad aspettarci per limitare le nostre capacità di costruzione. Teniamo conto che non siamo più una sorpresa, come poteva esserlo il Cittadella di qualche anno fa: chi viene a giocare da noi arriva preparato. E noi dovremo essere pazienti nel far girare la palla, senza farci prendere dall’ansia se il gol non arriva subito».

Sabato avrete di fronte la Juve Stabia, squadra che già ha saputo mettervi in difficoltà nella gara d’andata, decisa da Diaw. «Rispetto ad allora mi sembra animata da più autostima. Ha l’entusiasmo delle neopromosse e un mister come Caserta, che le ha saputo dare un’impronta. Sarà un avversario fastidioso».

Torniamo a lei: in Serie B da un anno e mezzo, è una certezza nella categoria. È stupito dalla facilità con cui si è ambientato? «Lavorare tanto mi ha aiutato, soprattutto per superare i momenti più bui, legati agli infortuni. E comunque credo molto in me stesso, per cui non mi stupisco, anche se devo ammettere che non mi aspettavo un inserimento così rapido in un campionato in cui non avevo mai giocato».

Nel gruppo sappiamo che è legato molto a Simone Branca. «Con Branca c’è un rapporto di grande amicizia. E poi c’è anche la stima a livello tecnico: se potessi gli ruberei il sinistro, perché ha un gran piede, mentre io il sinistro proprio non ce l’ho».

Adorni, suo compagno di reparto, ha segnato un gol di giustezza, piazzando la palla da fuori area contro l’Empoli. E lei, pensa mai al gol? «Certo che ci penso: ogni settimana lavoro per impedire agli altri di farne. Battute a parte, mi piacerebbe segnare, anche perché sono un paio d’anni che non ci riesco e in B non ne ho ancora fatti. Ma la priorità, per uno nel mio ruolo, resta quella di bloccare gli attaccanti avversari. E che a vincere sia la squadra». —



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