Gli uomini Unicomm entrano in Consiglio

PADOVA. Per Marcello Cestaro quello di oggi si annuncia come un giorno storico, sicuramente il più delicato degli ultimi anni della sua gestione, che dura ininterrottamente dal 2003 (prima stagione da azionista di maggioranza, poi le altre otto da presidente) nel Calcio Padova. È infatti in programma l’assemblea dei soci della Spa biancoscudata, che provvederà poi alla nomina del nuovo Consiglio di amministrazione. L’appuntamento era fissato per le 19 in sede, all’Euganeo, ma il fatto che sia in corso, nell’area del parcheggio nord, dietro la stessa curva dello stadio, lo “Sherwood Festival”, ha comportato un cambiamento di sede: è stata così affittata per la stessa ora una sala dell’hotel Crowne Plaza di via Po, a poche centinaia di metri dal casello di Padova ovest, verso Limena.
La svolta. Dopo la riunione del 29 maggio scorso, in cui è stato approvato, non senza riserve da parte di alcuni soci, il pesantissimo bilancio dell’annata calcistica 2011/12 (costata 30 milioni di euro, con un disavanzo di 18, che il cavaliere provvederà a coprire di tasca propria), siamo di fatto al redde rationem: Cestaro ha chiesto agli “amici” (come li definisce lui stesso) che lo affiancano un impegno economico superiore, altrimenti è preferibile rimanere nell’orbita degli sponsor, con una partecipazione limitata alla cartellonistica pubblicitaria allo stadio. Chi ha quote irrisorie, al di sotto dell’1%, dovrà quindi decidere che cosa fare: o aumentare il proprio “peso” finanziario oppure uscire dalla compagine societaria. Parliamo dei vari Giorgio Maschio, Pier Luigi Pittarello, Claudio Coli, Federico Nicolazzi, Fabio Cremonese, Gian Aldo De Pieri ecc. Imprenditori che hanno versato nelle casse del club qualche decina di migliaia di euro, ma che ora, nelle intenzioni del cavaliere, dovrebbero essere più partecipi, con l’acquisizione di quote maggiori (dai 100 mila euro in su). È possibile che qualcuno non ci stia più, e sarà interessante capire come il gruppettino di Confindustria (Francesco Peghin, Leonardo Cetera e Luca Iazzolino) si porrà di fronte alle sollecitazioni del presidente. Stesso discorso per i Bertani e i Poletto: con tutti Cestaro ha già avuto contatti nei giorni scorsi, ma la disponibilità ad un aumento delle proprie quote sarebbe stata scarsa. Più tranquillo, invece, il rapporto con i Carron, pronti ad incrementare il loro apporto.
Via Pilotto, ecco Lorenzo. Indiscrezioni dell’ultima ora danno per probabile l’abbandono di Alberto Pilotto, che lascerebbe così libera la carica di vice-presidente. Carica che verrebbe assunta (gli altri due vice sono Barbara Carron e Francesco Peghin) da Lorenzo Cestaro, e questo sarebbe l’evento storico: la cooptazione nell’avventura calcistica di uno dei tre figli del cavaliere, ormai coinvolto da mesi. All’assemblea saranno poi proposte le nomine in Cda di Walter Pulcini, direttore finanziario della Unicomm, come responsabile dell’area amministrativa, e di Luca Baraldi, sinora “assistente” del patron, come responsabile dell’area tecnica e del marketing. Con quest’ultimo Cestaro dovrebbe incontrarsi in mattinata a Dueville per trovare l’accordo sulla durata e l’importo del nuovo contratto: il manager emiliano avrebbe chiesto di sottoscrivere un impegno su base triennale. Sarà accontentato?
Sottovia. Nel ridisegnare l’organigramma societario il punto interrogativo riguarda il ruolo che avrà l’attuale direttore generale e amministratore delegato. Cestaro lo vuole ancora con sè, alcuni soci avrebbero espresso la loro contrarietà. Alla fine, potrebbe prevalere un compromesso: lasciarlo nei quadri dirigenziali, ma con mansioni diverse, anche se non va dimenticato che è consigliere di Lega di B. Quanto a Potti, è confermato come responsabile della comunicazione (la sua è una consulenza esterna).
Costi ridotti oltre il 50%. Si lavorerà all’insegna del risparmio perchè il budget a disposizione per il prossimo campionato sarà di 8-8,5 milioni, non di più. Quanto alle trattative in corso con tre industriali locali per il loro ingresso in società con una quota consistente (fra il 20 e il 30%), i colloqui continuano ma senza fretta. L’intesa ancora non c’è, per cui è facile pensare che si andrà a fine estate per l’eventuale annuncio.
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