Il calcio piange lo scopritore di Del Piero

Vittorio Scantamburlo aveva 86 anni: con lui scompare la figura dell’osservatore vecchio stampo
Di Stefano Volpe

PADOVA. Se n'è andato Vittorio Scantamburlo e assieme a lui, probabilmente, sparisce anche la figura naif e affascinante dell'osservatore calcistico vecchio stampo. Quello che girava i campetti di periferia di mezzo mondo, armato soltanto di taccuino, penna e intuito. Vittorio Scantamburlo è morto all'alba di ieri ad 86 anni. Già da qualche tempo non stava bene ed era ricoverato alla casa di riposo nel quartiere padovano della Mandria, a due passi da dove viveva con la moglie Lina. Molto sentito il cordoglio del mondo calcistico di tutt'Italia e soprattutto di quello padovano, con i biancoscudati che ieri hanno osservato un minuto di silenzio ed esposto uno striscione in suo onore, prima di scendere in campo contro il Mantova. Scantamburlo, infatti, pur non essendo stato un giocatore o un allenatore di alto livello, è stato sicuramente uno dei padovani più famosi a livello nazionale nel mondo del calcio. E gran parte di questa fama è dovuta al legame con Alessandro Del Piero, che Scantamburlo ha avuto il merito di scoprire come calciatore e segnalarlo prima di tutti ai biancoscudati.

Una storia che coniuga tanti aspetti romantici del calcio: dal fascino dell'osservatore in incognito sui campi di periferia, alla parabola di un ragazzino esile, che dal piccolo paese di provincia è riuscito a entrare nel firmamento mondiale del pallone. La fama sconfinata dell'ex capitano juventino ha fatto il resto, al punto che per tutti Scantamburlo sempre sarà "quello che ha scoperto Del Piero". E non poteva che chiamarsi proprio "Ho scoperto Del Piero", il libro che racconta la sua storia, pubblicato lo scorso anno dal giornalista e scrittore veneziano Alberto Facchinetti. «Ho avuto la fortuna di conoscere una persona umile e appassionata», racconta Facchinetti. «Quel che mi è sempre rimasta impressa è la frase che ripeteva spesso, con orgoglio, in dialetto: "go venduo a me vita per el baeon"». E in serata lo stesso Del Piero ha postato sul suo sito questo ricordo: «Caro Vittorio, qualche mese fa ho avuto il privilegio di scrivere la prefazione del libro che raccontava la tua storia fantastica, fatta di tanto amore, passione e dedizione per il calcio. Una storia che per fortuna, un giorno di tanti anni fa, si è incrociata con la mia su un campetto da calcio dei tanti che frequentavi. Uno di quegli appuntamenti con il destino che ti cambiano la vita. La mia è cambiata anche grazie a te. Ti emozionavi sempre, ricordando quei momenti. Spero che lo farai ancora, rileggendo queste parole da lassù. Grazie di cuore, Vittorio».

Scantamburlo da giocatore non ha mai sfondato, sebbene a inizio anni 50, prelevato assieme al grande amico Lello Scagnellato dalla Luparense, sia stato tesserato per 18 mesi con il Padova. Proprio Scagnellato lo volle al Padova dal 1970 come allenatore delle giovanili, ruolo che ha poi alternato a quello di osservatore. Scantamburlo in quasi 40 anni di carriera ha portato al Padova più di 70 giocatori sbarcati poi nel calcio professionistico.

Di quando ha scoperto Del Piero il 10 novembre 1987 si sa quasi tutto (le famose 3 stelline annotate sul taccuino dopo quella gara a San Vendemiano), ma alla lista si aggiungono tanti nomi noti, da Perrone e De Franceschi, fino ai più recenti Raimondi e Mbakogu. Tanti i messaggi di affetto arrivati ieri dopo la notizia della scomparsa: dal giornalista di Sky Gianluca Di Marzio, a un altro talento notato da Scantamburlo come Luca Rossettini: «Uomo d'altri tempi. Ci mancherai». Molto commosso, pure l'ex centravanti di Padova e Venezia, Pippo Maniero: «Senza di lui non avrei mai fatto la carriera che ho fatto».

L’addio a Vittorio Scantamburlo verrà dato martedì mattina alle 10.30 a Santa Giustina (Padova).

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova