Il Milan applaude il Pazzo e Allegri “punta” il Napoli

MILANO. Prima Toni, Gilardino e Vieri alla Fiorentina. Poi Milito all’Inter. Ora Balotelli al Milan. A parte i due anni nella Sampdoria, nella sua carriera Giampaolo Pazzini ha sempre dovuto fare i conti con ingombranti concorrenti che lo hanno costretto a un ruolo di seconda scelta, affidabile ma sacrificabile sul mercato. Così è finita anche la sua avventura interista, ma a sette mesi di distanza il bilancio dello scambio con Cassano sembra sorridere al Milan e allo stesso Pazzini, ansioso di levarsi l’etichetta di eterno secondo. «Evidentemente porto bene a tutti gli attaccanti che giocano con me» ironizzava nel 2008 quando viveva all’ombra di Gilardino. Non ha le cifre di un bomber da 30 gol a stagione, ma il centravanti toscano tiene il passo. E proprio mentre vengono fuori le prime grane di Cassano ad Appiano Gentile, l’attaccante toscano ha superato per la terza volta in carriera quota 11 gol in campionato: venerdì sera, con la doppietta alla Lazio è arrivato a 12, e può raggiungere il suo record personale di 19 del 2009-10 con la Sampdoria.
Complessivamente in questa stagione ha servito meno assist (3 contro 8) ma ha segnato più di Cassano (13 reti contro 9), in meno tempo (28 presenze per 1924’, contro 32 e 2240’) e senza i bonus garantiti all’interista. L’arrivo di Balotelli a gennaio gli ha rosicchiato spazio, ma le premure di Galliani hanno aiutato a digerire l’ennesimo concorrente a Pazzini, che a Milanello ha confermato la sua fama di professionista e si è fatto trovare pronto.
Dopo la doppietta alla Lazio si è gustato la standing ovation di San Siro («Non la dimenticherò») e i complimenti di Allegri che rischia di dover fare a meno di Balotelli anche venerdì con il Genoa e non può utilizzarlo nella Champions League alle porte con il ritorno a Barcellona.Nel momento cruciale della stagione il Milan si presenta sulle ali dell’entusiasmo, in una condizione atletica discreta e con un gioco che comincia a prendere forma. In particolare funziona la fascia sinistra, dove El Shaarawy e De Sciglio operano con la freschezza dei loro 20 anni e l’efficacia di due veterani. Sono le facce del nuovo Milan che se non avesse impiegato due mesi a riassestarsi dopo la rivoluzione estiva oggi potrebbe essere più in alto del terzo posto perchè i 41 punti nelle ultime 19 giornate sono un ritmo da scudetto. Ad aprile sarà decisivo il trittico contro Fiorentina, Napoli e Juventus, ma a questo punto è d’obbligo conservare il terzo posto - e puntare magari al secondo - anche perché l’anno prossimo parallelamente alla Champions dei grandi si giocherà quella delle giovanili dei 32 club qualificati. E Galliani vuole assolutamente partecipare con la Primavera che sarà affidata a Pippo Inzaghi.
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