Il motore a scoppio è nato a Padova grazie a Bernardi

PADOVA. C’è un po’ di Padova in ogni motore, grazie al genio di Enrico Bernardi. Si parla tanto di Karl Benz e del rivale pigliatutto Gottlieb Daimler. Fu proprio il marchio Daimler a...

PADOVA. C’è un po’ di Padova in ogni motore, grazie al genio di Enrico Bernardi. Si parla tanto di Karl Benz e del rivale pigliatutto Gottlieb Daimler. Fu proprio il marchio Daimler a commercializzare nel 1901 la prima Mercedes, voluta da un console austriaco, tale Emil Jellinek, così ricco e influente da commissionare una macchina con il nome della figlia. Mercedes, appunto. I due inventori teutonici furono anticipati da un professore dell’Università di Padova, Enrico Bernardi. Il 5 agosto del 1882 Bernardi depositò il brevetto della sua motrice, con più di due mesi d’anticipo rispetto a Benz (25 ottobre 1882), e addirittura un anno su Daimler (16 dicembre 1883). Motore che, per la regola della figlia prediletta, chiamò Pia, e che applicò prima a una macchina per cucire, poi al triciclo del secondogenito Lauro. Con solo cilindro da 122 cc e nemmeno un cavallo di potenza (0,024), Pia, nelle sue varie evoluzioni, diventò il cuore del primo ciclomotore (1892) e della prima vettura a combustione interna (1894). I motori del professor Bernardi furono inizialmente prodotti dalla Miari e Giusti, prima azienda automobilistica italiana, fondata da due studenti facoltosi, Francesco Giusti e Giacomo Miari de’ Cumani, discendente di una famiglia potentissima di Sant’Elena d’Este. Una storia che non può trascurare i veri precursori, Eugenio Barsanti e Felice Matteucci, che già nel 1853 avevano messo a punto il primo motore a scoppio, infiammando del gas.

Francesco Vigato

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