Il Padova si gode Liguori, arrivato a quota 18 gol. Ora è lui il più decisivo

Michael è entrato nel cuore dei tifosi per le sue prodezze di Trieste e Novara

«La mia qualità migliore è voler dare il meglio di me stesso, in campo e fuori»

Stefano Volpe

STEFANO VOLPE / PADOVA

C’era una foto che girava sabato sera allo stadio Euganeo nel post-partita di Padova-Pro Sesto. È quella che la settimana scorsa ha ripescato la pagina Facebook “I Biancoscoppiati” e che ritrae un giovane mister Torrente con la maglia del Genoa, impegnato a marcare l’attaccante del Padova Goran Vlaovic nello spareggio di Firenze del 1995. Come direbbe Giovanni, del noto trio comico: “Non ce la faccio, troppi ricordi”. Ma visto che tutto scorre e guardare indietro di quasi 30 anni fa solo aumentare la nostalgia, ecco che la foto può tornare utile nell’attualità.

Con il gol segnato alla Pro Sesto Michael Liguori ha raggiunto quota 18 reti realizzate in campionato con la maglia biancoscudata. Le stesse di Vlaovic. Liguori aggancia il campione croato nella classifica “all time” biancoscudata ma ovviamente scaccia ogni tipo di paragone, dimostrando di aver studiato anche la storia. D’altronde non è nemmeno colpa sua se gli avversari contro cui va a segno si chiamano, con tutto il rispetto, Giana Erminio e Fiorenzuola, mentre Vlaovic colpiva l’Inter o il Napoli.

DECISIVO. Le epoche e il livello di calcio non sono minimamente paragonabili. Per questo c’è un altro aspetto molto più significativo che emerge dopo la rete realizzata alla Pro Sesto: Michael Liguori è il giocatore più decisivo di tutto il campionato. Degli otto gol realizzati in questa stagione, ben sei sono valsi altrettante vittorie per il Padova. Tradotto in punti vuol dire che i sei gol decisivi segnati da Liguori hanno portato alla causa biancoscudata 18 punti, praticamente un terzo del bottino accumulato fino a questo momento. Liguori non segna solo gol splendidi come le rovesciate di Trieste e Novara, ma anche utili. I suoi gol sono stati decisivi per battere Legnago Salus, Giana Erminio, Triestina, Alessandria, Novara e appunto Pro Sesto. E anche nelle altre due occasioni in cui è andato a segno il Padova ha vinto, come con l’Alessandria all’andata e contro il Fiorenzuola. Insomma, quando ha segnato Liguori si è sempre vinto. Come detto, in questa stagione nessuno è più decisivo di Liguori per la sua squadra. Non solo nel girone A di Serie C, ma in tutti i campionati professionistici italiani. Gli unici altri due giocatori che hanno segnato sei gol decisivi sono Jacopo Murano del Picerno e ovviamente l’interista Lautaro Martinez.

CRESCITA. Liguori conferma la grande determinazione che lo accompagna nel voler migliorarsi giorno dopo giorno. E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Per restare in tema, la scorsa stagione realizzò dieci reti in campionato, ma soltanto due furono decisive per una vittoria del Padova. Ora, invece, la squadra non può più fare a meno di lui: «Credo che la mia qualità migliore sia la voglia di non mollare mai e dare sempre il meglio, non solo in campo ma anche fuori», racconta l’attaccante abruzzese. «Cerco sempre di crescere. Ad esempio, vorrei migliorare nel gioco aereo e sono felice di aver segnato finalmente il mio primo gol di testa con la maglia del Padova. Poi ho bisogno anche di irrobustirmi un po’». Sente di essere un elemento chiave e imprescindibile per questa squadra? «Sento la fiducia di tutto l’ambiente, dei dirigenti, dell’allenatore e dei compagni. E questo mi aiuta». Nonostante i tanti riflettori puntati addosso, il giocatore cerca sempre di ragionare di squadra: «Certamente ci tengo ad arrivare in doppia cifra come gol segnati anche perché sarebbe il terzo anno consecutivo. Ma l’unica cosa che conta è raggiungere il risultato di squadra e il nostro obiettivo è quello di portare il Padova in Serie B. Daremo tutto per riuscirci». Passano le giornate ma il divario non si riduce. La promozione diretta è diventata un sogno utopistico? «Purtroppo, quando abbiamo avuto l’occasione di accorciare le distanze non siamo riusciti ad approfittarne. Ma non è finita e non dobbiamo mollare. Può ancora succedere di tutto e abbiamo dimostrato di saper stringere i denti e soffrire. Dopo i due pareggi che ci hanno rallentato all’inizio del mese abbiamo risposto da grande gruppo quale siamo».

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