Il piano di Bonazzoli «Voglio gol pesanti»

BRESSEO. Non gioca da sette mesi, ha rotto con la Reggina, squadra di cui era capitano, e per dover conquistare la fiducia biancoscudata ha dovuto anche sgobbare con la Primavera. Ora, però, ci siamo. Emiliano Bonazzoli, l’ultimo acquisto, si è allenato per la prima volta con il Padova di Pea, con l’obiettivo di presentarsi tirato a lucido per la ripresa di campionato a fine gennaio.
«Sono molto contento e ansioso di iniziare giocare con questo gruppo nuovo», le prime parole del centravanti. «Non mi sento a fine carriera, sto bene fisicamente e voglio dimostrare con questa maglia quanto ancora posso dare al calcio».
Cos’è successo con la Reggina?
«Io, come altri sette compagni, sono rimasto fuori rosa cinque mesi per problemi di crisi societaria. In estate non ho trovato altre sistemazioni, così ad ottobre ho rescisso un contratto che avevo allungato lo scorso anno, da capitano amaranto, per provare a finire la carriera a Reggio».
L’idea, ora, è appendere le scarpette al chiodo a Padova?
«Avevo già pensato di stabilirmi qui a fine carriera, visto che mia moglie Giorgia è padovana (hanno anche un figlio di sei anni, Christian). La città mi piace, ho tanti amici qui. Meglio di così non poteva andare».
Primo obiettivo?
«Ritrovare la forma. Vengo da sei mesi d’inattività, non sono al cento per cento, ma la sosta di gennaio gioca a mio favore».
A 34 anni, in poco più di quattro mesi, deve puntare a ottenere il rinnovo del contratto che scade a giugno. Mica semplice...
«Dovrò sparare tutta la voglia che ho in questo ristretto arco di tempo. Entro a far parte di un gruppo sano e credo che le mie caratteristiche possano essere d’aiuto. Il mio unico desiderio è mettermi a completa disposizione di mister e compagni per provare a raggiungere l’obiettivo».
Quale obiettivo?
«In questo momento siamo quarti e credo che il Padova abbia tutte le carte in regola per giocarsela fino in fondo. Ho visto la gara contro l’Ascoli, un mezzo passo falso ci sta. La B è lunga, dobbiamo rimanere aggrappati al gruppo di testa con le unghie».
E magari anche con i gol di Bonazzoli?
«Bucare la rete è il mio lavoro, anche se l’anno scorso non ne ho fatti tanti. Ora, però, preferisco realizzare gol che pesano, piuttosto che segnarne tanti ma inutili».
Nel mese e mezzo di allenamenti che ha disputato con la Primavera, come ha convinto la dirigenza biancoscudata a strapparle un contratto?
«Con la mia voglia di giocare, ma soprattutto con l’umiltà. Mi sento di dirlo perché non credo che in tanti avrebbero fatto la mia scelta. Molti altri giocatori, piuttosto che allenarsi con i giovani, avrebbero scelto una sistemazione in Prima o Seconda Divisione. Io invece mi sono voluto mettere a disposizione e ringrazio giocatori e staff della Primavera che sono stati molto carini con me. Sono tornato a sentirmi giovane, non solo per il taglio dei capelli (ride).
Ha già conosciuto mister, compagni e presidente?
«Con Cestaro ho scambiato solo due parole, così come con Pea che ho il piacere di ritrovare dopo l’esperienza alla Sampdoria, quando lui allenava la Primavera. Dei compagni conosco Babacar. Lo incrociai a Firenze, aveva solo 16 anni, ma già si vedeva il talento».
Ai tifosi cosa promette?
«Il massimo impegno e credo che sia l’aspetto al quale un appassionato tiene di più. I miei amici mi hanno parlato del calore della piazza padovana e sono contento. Non mi spaventa una piazza esigente, anche a Reggio i tifosi si aspettavano tanto dopo la retrocessione. Io sono qui per dare tutto, senza rompere le scatole a nessuno ma con grande voglia di mettermi in gioco».
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