Il Valsugana sogna, ma deve prima battere il Cus Genova

Rugby. Domenica può volare in Eccellenza se vince la semifinale di ritorno dei playoff di Serie A. All’andata ha perso 25-17. Se passa, il 27 si giocherà lo scudetto 

PADOVA. Il giorno della verità, quello che può far spiccare il volo in massima serie, è domenica. Alle 15.30 il Valsugana Rugby Padova, club di periferia radicato ad Altichiero, si giocherà la promozione davanti al suo pubblico contro il Cus Genova. È la semifinale di ritorno dei playoff di Serie A, ma vale quanto una finale, perché la formazione che uscirà con le mani al cielo sarà promossa nel campionato di Eccellenza, insieme alla vincente dell’altra semifinale (Lyons Piacenza-Verona), con la quale si contenderà domenica 27 in campo neutro il titolo italiano di Serie A.

Dopo aver vinto sia la prima fase sia la poule promozione, domenica scorsa il Valsugana ha trovato pane per i suoi denti allo stadio Carlini di Genova, dove i padroni di casa, allenati dall’inglese Askew, si sono imposti 25-17, prendendosi 4 punti a 0 nella mini-classifica della doppia sfida. Nulla di impossibile da ribaltare, ma i biancazzurri allenati da Roux, Faggin e Boccalon dovranno scrollarsi di dosso le insicurezze che nel match di andata hanno spostato l’ago della bilancia dalla parte avversaria.

«I ragazzi sono tornati delusi da Genova, ma siamo convinti di poterci rifare in casa», afferma Paul Roux, ex tecnico di Petrarca e Rovigo, che da due anni guida il Valsugana. «Appena due anni fa abbiamo lottato per salvarci. Oggi, invece, possiamo essere orgogliosi di essere arrivati a giocare per questo traguardo. Il Cus Genova è simile a noi: un bel gruppo, in sintonia con l’allenatore, e come noi hanno tanto entusiasmo. E hanno preparato un piano per bloccare il nostro gioco togliendoci il possesso. Inoltre abbiamo sofferto il loro campo sintetico. Per vincere dovremo ritrovare il nostro gioco».

In che condizioni arrivate all’appuntamento?

«Abbiamo un paio di infortuni», risponde Roux. «Ferraresi e Sironi sono doloranti ad un ginocchio, Maso ad una spalla e Sartor alla caviglia. In ogni caso abbiamo un gruppo solido e ampio, tutti sono pronti a dare il loro contributo. Il nostro è un progetto che è partito da lontano, dagli scudetti Under 15 e 16 di qualche anno fa: quei ragazzi oggi sono il perno di questa squadra».

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