L’ALFA ROMEO CI PROVA ANCORA

di VALERIO BERRUTI Trasformare l’Alfa in un marchio premium. Le parole sono di Marchionne e fanno parte delle tante usate ad Auburn Hills durante la presentazione del nuovo piano del gruppo Fiat...
Di Valerio Berruti

di VALERIO BERRUTI

Trasformare l’Alfa in un marchio premium. Le parole sono di Marchionne e fanno parte delle tante usate ad Auburn Hills durante la presentazione del nuovo piano del gruppo Fiat Chrysler (Fca). Il manager ha citato Tolstoj dicendo che «si dice comunemente che la realtà è quello che esiste o che solo quello che esiste è reale». Per l’Alfa non si può dire che funzioni alla perfezione perché almeno fino a oggi come modelli di esistente c’è ben poco al di là di Giulietta e Mito (già con qualche anno le spalle). Praticamente nulla di ammiraglie e vetture sportive (la 4C almeno per ora si può considerare un esercizio tecnologico e di stile).

Le promesse però sono tante e la sfida è di quelle ad alto rischio. Gli amanti del marchio Alfa ma anche delle auto in genere sono propensi a credergli ancora. Tre numeri su tutti per raccontare il futuro cambiamento, anzi la rivoluzione che dovrà accadere da qui a quattro anni. Tutto girerà intorno a otto nuovi modelli, cinque miliardi di investimento e un obiettivo di vendite di 400 mila esemplari nel 2018 (nel 2013 le Alfa vendute sono state appena 74 mila). Per vedere qualcosa bisognerà attendere la fine del 2015 quando arriverà la Giulia. Fra il 2016 e il 2018 saranno lanciate auto in quasi tutti i segmenti: due per quello compact, una per il segmento medio e un’ammiraglia. Ci saranno inoltre un Suv e un modello non ancora precisato.

L’idea, dunque è quella di resettare. Tornare alle origini. È l’idea più semplice ma anche la più efficace. Almeno a parole dovrebbe funzionare.

@valerio__berruti

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova