L’Italia rianima la Francia e chiude a zero

INVIATO A ROMA. Eclissi totale del cuore azzurro all’Olimpico. Primo zero casalingo in 16 anni di Sei nazioni. Secondo in assoluto: sempre contro la Francia ma a Parigi nel 2005 finì 25-0. Stavolta quattro punti in più, incorniciati dal sigillo di Bastareaud all’81’ con una veronica in mezzo ai pali prima di crollare in meta. Impotenza è la diagnosi per l’Italia per i primi 28 minuti con le tende piantate nella metà campo francese ma senza mai riuscire a bucare la difesa. Sgretolando la fiducia di Parisse e compagni. Lo sviluppo contrario di quanto visto in Scozia. E quando sono arrivati i primi calci a favore, guadagnati da una mischia al solito in gran spolvero, s’è invece consumato il dramma.
Errori incredibili. Il primo (mani nella maul), quasi un rigore da 20 metri, viene sbagliato da Allan che poi al 13’ esce per un problema all’adduttore destro. Un problema nato durante il riscaldamento, con il titolare designato Haimona già out. Entra Orquera a cui tocca il secondo penalty (Parisse placcato in aria) e becca il palo. Eppure la mischia c’è e in chiusa gli azzurri spingono indietro i galletti da far crepitare il pubblico. Ma se non torni a casa con dei punti ogni volta che vai a visitare l’area avversaria, vai in crisi.
Drive e maul inefficaci. Il sistema nervoso della squadra è andato in tilt. Solo alla mezzora l’inerzia dello 0-0 viene sbloccata. Ma dai bleus. Una Francia che nell’arco di 80 minuti si gira con tre calciatori, tutti efficaci. Dal possibile 6-0 a un reale 0-9 fissato alla pausa.
Ripresa da incubo. E al rientro è peggio perché il piano di gioco di ricacciare indietro il pallone al piede e attendere la risposta francese diventa un boomerang. Un suicidio perpretato da Orquera per due volte a calibrare la palla sulle braccia di Scott Spedding: l’estremo la prima volta va a sbattere sul muro azzurro, ma un minuto dopo trova un’autostrada e la percorre quasi fino in fondo trovando l’attimo giusto per lanciare Goujon a fissare il gioco a un palmo dalla meta: palla fuori e Maestri in volo oltre la linea. Il divario raggiungibile dei calci diventa incolmabile. Sipario. Partita chiusa.
Finale triste. A quel punto Parisse prova a raccogliere i cocci e rinuncia pure a punti facili con i piazzati per cercare la scossa con touche trovate sui cinque metri. Ma il pasticcio è fatto. Quello che le statistiche dicono è di due touche perse e 17 vinte. Quello che non dicono è che nessuna piattaforma efficace, nessun attacco è iniziato da quei lanci vinti. Le statistiche certificano però 17 calci concessi agli avversari, punti certi anche con piedi scarsi. Cifre che non si vedevano da un decennio.
La boria transalpina. Inutile dire che la Francia è tornata ad essere la boriosa di sempre, rinunciando a piazzati e mettendo in mostra due carrettini da dieci metri. La doppia vittoria consecutiva resta un sogno raro e le brutte notizie non arrivano sole. Aguero e Allan non sono recuperabili in vista dell’ultimo incontro di sabato con il Galles. L’apertura recuperato dall’infortunio alla caviglia destra entra in campo per il riscaldamento con una fasciatura stretta che gli crea per riflesso un problema all’adduttore, rivela Brunel. «Gliela allentano – continua – riprova a calciare e dice tutto ok. Inizia lui la partita ma poi il risultato l’avete visto». Morisi, commozione cerebrale, è da rivedere. Come pure Parisse: ha subìto una distorsione al metarso destro con interessamento a una falage e ai legamenti. «Non c’è un momento preciso in cui s’è spenta la luce – confessa il vicecapitano Ghiraldini – perdi una touche, non trovi dei punti, alcuni li regali perché prendi dei calci, non gestisci bene una ruck, e soprattutto non riesci a superare la loro difesa. E di colpo ti trovi sotto». Eclissi totale.
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