Lunghe bracciate verso Tokyo 2021 Beggiato punta dritto alle Paralimpiadi

Attende la convocazione il nuotatore 23enne originario di Vo’, tornato con tre medaglie e quattro record dagli Europei  
Cristina Chinello

IL PROTAGONISTA

Bracciata dopo bracciata, destinazione Tokyo 2020: è il percorso di Luigi Beggiato, iniziato quando lui aveva 11 anni. L’ufficialità della convocazione paralimpica non c’è ancora (si parla di fine luglio), ma per il 23enne padovano dovrebbe essere una formalità, considerati i suoi risultati ai recenti campionati europei di nuoto paralimpico che si sono svolti a Funchal, in Portogallo. Dal torneo, l’atleta è rientrato con una medaglia d’argento (50 metri stile libero), due di bronzo (100 metri stile libero S4 e 200 sl S4) e quattro record italiani. Originario di Vo’, da qualche tempo vive a Padova per gestire al meglio gli impegni agonistici e universitari: «Sono al terzo anno di Scienze della Comunicazione, mi mancano cinque esami alla laurea triennale. Dopo gli studi mi piacerebbe diventare giornalista sportivo ma molto dipenderà anche dalla carriera agonistica». È tesserato Gruppo Sportivo Guardia di Finanza di Modena, così come l’amica di lunga data Lara. «Non siamo solo amici», ammette Luigi, «ci lega un sentimento. I rapporti sono sempre stati molto buoni, forse la nostra relazione è la naturale conseguenza del fatto di stare bene insieme, la vicinanza e la quotidianità hanno contribuito».

La famiglia di Luigi è di Vo’: papà, mamma, il fratello gemello di Luigi e il fratello più giovane sono felicissimi dei suoi risultati sportivi: «Non ho scelto io lo stile del nuoto, potrei dire che l’abbia scelto il mio allenatore, mi sono formato nuotando quello stile. Mi piaceva e ci ho messo particolare impegno. Dopo anni con il sogno della Nazionale, sono riuscito a realizzare questo mio desiderio aumentando il numero e la tipologia di allenamenti. Ora mi alleno tre volte alla settimana in acqua più due sessioni di lavoro “a secco”. La mia palestra è la mia stanza, dove ho pesi ed elastici». Un dettaglio, questo, che deriva dal periodo pandemico: «L’anno scorso ero a Padova, quando si iniziava a sentir parlare di Covid-19. Quando ci furono i primi casi di positività in paese, mio padre mi avvertì e decidemmo che fosse meglio per me, tornare a casa, dove sono rimasto fino all’estate. È stata una situazione strana e pesante, anche perché ero fermo per un infortunio e non vedevo l’ora di tornare a nuotare per l’obiettivo olimpico: i Giochi non erano ancora stati rinviati. Poi, invece, devo ammettere che lo spostamento di data mi ha agevolato. Nel frattempo mi ero procurato l’attrezzatura per fare gli esercizi seguito dai tecnici della Nazionale con cui lavoravamo via Zoom per tre giorni a settimana. È stato molto utile, dal punto di vista fisico e morale».

Ora ci sono circa due mesi e mezzo di preparazione prima del sogno paralimpico: «A casa sono molto contenti che abbia questa opportunità» racconta Luigi, «soprattutto ho sentito mio papà molto emozionato, lui mi ha sempre accompagnato nella mia carriera agonistica. Vedermi crescere da semplice nuotatore ad atleta top è, per lui, un motivo d’orgoglio. Spero di continuare su questa strada». —



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