Magie, sigarette, playstation: storia di Recoba

«Chi era Recoba? Un genio compreso (ma solo da chi l’ha voluto comprendere); un prestigiatore in grado di trasformare un pallone in un piccione viaggiatore; un ragazzo che pensava di essere cresciuto...
«Chi era Recoba? Un genio compreso (ma solo da chi l’ha voluto comprendere); un prestigiatore in grado di trasformare un pallone in un piccione viaggiatore; un ragazzo che pensava di essere cresciuto in fretta ma che poi ha capito che non valeva la pena crescere; uno spot vivente del concetto di calcio inteso come arte in contrapposizione al calcio scientifico del nuovo millennio». Enzo Palladini, autore del volume
Dimmi chi era Recoba
(Edizioni Incontropiede, 14, 50 euro) ha le idee molto chiare su chi è – era, calcisticamente parlando – Àlvaro Alexander Recoba Rivero, l’attaccante uruguaiano ribattezzato “El Chino”, per la fisionomia vagamente orientale. Classe 1976, in Italia ha giocato nel Venezia, nell’Inter e nel Torino, ma fa il suo esordio con la maglia del Danubio. Un esordio che sa d’incanto: «In una partita contro il Wanderers, il Chino segnò dribblando praticamente tutta la squadra avversaria e deponendo la palla in porta alla fine di una serie magica fatta di carezze al pallone, sterzate, cambi di passo e quella sfrontatezza da ragazzino presuntuoso che poi si sarebbe portato appresso per tutta la carriera».


La sua caratteristica? Il colpo di genio, il tocco magico, la rete – quasi – impossibile: da calcio d’angolo, da centrocampo, di base di piede sinistro. Colpi indimenticabili che rimangono nell’immaginario degli amanti del pallone. Peccato che Recoba non si sia distinto anche per l’assiduità negli allenamenti, la continuità d’impegno e per un regime alimentare adatto allo sport. Anzi: fuma un pacchetto di sigarette al giorno, gioca alla playstation invece di dormire la notte e beve litri di succo di mela. Nei primi anni Duemila, complice una presunta offerta della Juventus, detiene il record di giocatore più pagato al mondo. Rimane un attaccante in qualche modo “irrisolto”, Recoba: per alcuni (tra i quali Angelo Moratti) il miglior calciatore di sempre; per altri un atleta pieno di talento che ha volato basso, senza toccare vette particolarmente elevate.


Coinvolto, peraltro, nello scandalo dei passaporti che colpì il calcio italiano nel 2001: un affaraccio legato alla naturalizzazione irregolare di alcuni calciatori extracomunitari. Unico nel suo genere, El Chino. Se stesso senza soluzione di continuità, nel bene e nel male, nel successo e, inevitabilmente, nella sconfitta.


Annalisa Celeghin


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