Marcandella ritrova il “suo” Padova: «Per me sarà una partita speciale»

La punta di Mestrino, in prestito alla Virtus Verona, torna all’Euganeo  
EDEL - FOTOPIRAN -PADOVA - PADOVA TRIESTINA .MARCANDELLA
EDEL - FOTOPIRAN -PADOVA - PADOVA TRIESTINA .MARCANDELLA

il ritorno

Andata e ritorno. E poi di nuovo andata sognando un altro ritorno. Il tour di Davide Marcandella domenica farà tappa nel suolo luogo del cuore, lo stadio Euganeo. Ha solo 23 anni l’attaccante di Mestrino ma calcisticamente sembra aver vissuto già mille vite. La lunga trafila nel settore giovanile del Padova, i prestiti in Serie D fino allo sfavillante esordio con la maglia biancoscudata, la promozione in B e poi un altro giro di prestiti in Serie C. Ora è alla Virtus Verona e domenica tornerà per la prima volta a Padova da avversario: «Una grande emozione, peccato solo non ci possano essere né il pubblico né i miei genitori», spiega Marcandella, « Sto cercando di vivere questa settimana in maniera tranquilla, ma per me non potrà essere una partita come le altre. Sono padovano, tifo Padova, ho fatto 10 anni di settore giovanile e auguro ogni bene ai biancoscudati».

Eppure per il Padova non è ancora pronto per imporsi ad alti livelli. Come si è spiegato il prestito alla Virtus Verona? «La scorsa stagione sono andato via l’ultimo giorno di mercato in fretta e furia, ero partito bene ma poi tra infortuni e lockdown mi sono fermato. Eppure ho guadagnato la stima di Gigi e ho deciso di non perdere tempo e tornare subito a Verona per giocare con continuità». Gigi altro non è che Fresco, il plenipotenziario presidente e allenatore della Virtus Verona. Ma perché non lo chiama mister?

«Fossi matto! Se qualcuno lo chiama mister si arrabbia. Vvuole essere chiamato Gigi da tutti e allo stesso tempo chiama tutti per nome. È una persona unica nel calcio, molto buona, quasi un secondo papà per noi. Crede molto in me e voglio ripagare la sua fiducia». Da questo punto di vista ci ricorda l’altro suo mentore calcistico, Bisoli. «Sì, anche se sono due persone molto diverse. Gigi fatica ad arrabbiarsi, Bisoli invece lo conosciamo tutti, è abile ad alternare bastone e carota. Ma a lui devo tutto. È stato Bisoli a farmi debuttare, a imporsi con la società perché non mi mandasse ancora in prestito, a lanciarmi in Serie B. E non ha una doppia faccia, quello che pensa lo dice sempre in faccia». Se segnasse domenica esulterebbe? «Non ci penso nemmeno. Amo troppo Padova, ho grande rispetto per tutti. Forse un mio gol farebbe felice qualche amico padovano, ma allo stesso avrebbe un sapore strano. In ogni caso speriamo di far bene e che i biancoscudati vincano il campionato». Voi che ambizioni avete? «Di sorprendere, senza snaturarci. Non abbiamo star né grandi pretese, ma ci applichiamo dando il massimo per dare fastidio ad ogni squadra». Il suo obiettivo qual è? «Disputare una grande stagione per tornare a Padova e strappare la riconferma, magari in Serie B. La squadra di Mandorlini è attrezzata per la promozione, lotterà fino alla fine con Perugia e Triestina». —

Stefano Volpe

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