Matteo alle Universiadi pronto per la 10 km

Furlan, 24 anni, futuro ingegnere, si allena tutti i giorni alla Padovanuoto «Ogni giorno per allenarmi faccio migliaia di bracciate, la fatica mi rende felice»
Di Cristina Chinello
NATOLI MATTEO FURLAN PADOVANUOTO NATOLI
NATOLI MATTEO FURLAN PADOVANUOTO NATOLI

PADOVA. Ci sono cose che noi umani riusciamo, incredibilmente, a fare. Una di queste è nuotare per chilometri. Sono pochi coloro che ci riescono, e del resto è una fatica immane, soprattuto se poi ci fai le gare. Uno di loro è Matteo Furlan, nazionale di nuoto di fondo, uno squalo. Furlan, 24 anni di Codroipo (Udine), padovano di elezione, alla Padovanuoto si allena ed è riconoscibile perché la sua velocità assomiglia a quella di un motoscafo. Ce ne vuole, di fiato, per affrontare il sale del mare invece del cloro della piscina, e infatti la sua specialità è proprio il fondo: dieci mila metri, cinque mila, millecinquecento quando proprio c’è da divertirsi meno. Iscritto a Ingegneria ambientale con i frequenti lenti risultati tipici degli agonisti causa allenamenti intensi ed energie zero, ha scelto Padova «Per cambiare: mi ero stufato di stare a casa. In Friuli ci sono poche possibilità di fare nuoto ad alti livelli perché ci sono pochi impianti e società piccole. Va bene come scuola nuoto, ma poi per fare il salto di qualità è preferibile rivolgersi altrove. Ho scelto Padova sia perché conoscevo Gianni Gross, il presidente del Plain Team Veneto, sia perché è abbastanza vicino a casa».

A Codroipo vive la sua famiglia: mamma Elena, papà Luca e la sorella Elisa, più giovane, che Matteo descrive come «totalmente antisportiva». Ottavo agli Europei di Piombino, terzo nella 10 km, terzo e poi quinto in Coppa del Mondo, veste il costume azzurro dal 2011 come nuoto in vasca e dal 2012 è titolare per il nuoto di fondo e parteciperà alle Universiadi che iniziano domani.

Matteo, perché secondo lei il nuoto italiano è più facilmente associato ai velocisti anziché ai fondisti?

«È un nuoto che si vede e si segue di più perché è più televisivo, ma a livello di risultati la nostra nazionale di fondo è attualmente la più forte al mondo (siamo primi nella classifica a squadre). I risultati sono costanti. Per fortuna ora il fondo sta emergendo di più grazie anche al bronzo olimpico della Grimaldi».

Non siete nemmeno molto al centro del gossip…

«È vero, e questo influisce. Non girano nemmeno molti soldi: la maggior parte degli atleti (e questo vale anche per i velocisti) prende poco e spesso si affida alle squadre militari. Eccetto i Magnini, Pellegrini, Dotto, in Italia ci sono poche risorse per il nuoto. A livello di risultati, la Nazionale italiana si difende bene perché c’è molta passione: cerchiamo di fare al meglio quello in cui crediamo».

Le pesa allenarsi quotidianamente?

«Solo a volte, ma in genere no: ho degli obiettivi sportivi da raggiungere e questo mi basta. Un po’ ne risente la mia vita privata: spesso sono via e ho poco tempo per studiare. Nei weekend cerco di tornare a casa dalla mia famiglia e da Elena, la morosa. A meno di gare o raduni».

Da grande cosa farà?

«Non ci sto pensando molto. Mi piacerebbe finire l’università, ma deciderò quando smetterò di nuotare».

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