«Matteo ha i numeri del pilota» Simoncelli punta su Bertelle

Il patron della squadra corse Sic58 sarà domani a Este per incontrare gli sponsor che appoggiano il quattordicenne e l’associazione “Bimbi in corsa”



«Quando lan zira, lan zira», bofonchia ogni tanto Paolo Simoncelli. Quando non gira, non gira, dicono dalle sue parti. Ma quest’anno poi tanto malaccio non è andata con la sua squadra corse Sic58, impegnata su ben tre fronti: Moto3, Moto3-Junior World Championship ed European Talent Cup. In quest’ultima classe è emerso il talento di Matteo Bertelle, 14 anni di Rivadolmo di Baone, entrato a far parte della scuderia di papà “Sic” a inizio 2018. Il giovanissimo pilota ha chiuso al quinto posto, dimostrando il proprio valore nella seconda parte dell’anno e ottenendo così la conferma per prossima stagione.

Domani Simoncelli arriverà a Este per conoscere le aziende e i tanti amici che stanno sostenendo l’avventura motociclistica di Matteo, assieme all’associazione Bimbi in Corsa fondata dal padre Nico Bertelle. «Abbiamo questo nostro progetto per i giovani partito nel 2013», abbozza Simoncelli, «Matteo si è dimostrato un ragazzino davvero molto forte e promettente. Ha sicuramente dei numeri. Il prossimo anno parteciperà al campionato spagnolo (Cev) che funziona da trampolino di lancio per raggiungere il Motomondiale». Non è stato però tutto rose e fiori per Bertelle, anzi.

Quando non girava, Simoncelli lo ha messo alla prova, gli ha lanciato un ultimatum, chiedendogli di scegliere se restare o meno con il suo team. Matteo ha risposto alla grande sulla pista sfoderando un gran carattere. «Lo guardo oggi e insieme abbiamo fatto uno step alla guida che l’ha reso fortissimo», scriveva Paolo nel sito della squadra, «Vedo un pilota forte e dico: “Bravo! Perché ha avuto il coraggio di fidarsi di noi”».

Oltre al Cev spagnolo, il 2019 lo vedrà concorrere per la Red Bull Rookies Cup, un campionato giovanile in concomitanza alle tappe europee della prossima Moto Gp. Matteo è l’unico italiano ad aver passato le selezioni tra 105 prospetti del motociclismo mondiale.

«Noi gli insegniamo a guidare la moto», continua papà “Sic”, «gli diamo i mezzi. Una volta, andavi alle corse più alla “buona”. Adesso invece c’è una iperprofessionalità da paura. Il livello è altissimo e anche i costi sono aumentati in maniera esponenziale. Per partecipare a un campionato, come quello di Matteo, occorrono 250 mila euro. Speriamo che si possa dargli una mano dal punto di vista economico: lui e il suo compagno di squadra Matteo Patacca sono due ragazzetti che meritano e in prospettiva possono arrivare a correre in MotoGp».

A proposito di MotoGp, apriamo una parentesi: cambierà qualcosa con l’anno nuovo o dobbiamo aspettarci un altro dominio spagnolo? «È difficile. Marquez si è dimostrato di un altro pianeta. Valentino ha provato a mettergli i bastoni fra le ruote, ma c’è stato poco da fare. Ho seguito con interesse anche il Mondiale delle Moto2, dove ha vinto Francesco Bagnaia. Onore invece a Jorge Martìn nelle Moto3, dove noi avremmo potuto fare di più. I nostri piloti, Antonelli e Suzuki, sono stati poco furbi, ma stanno crescendo e mi aspetto che i risultati migliorino».

Cosa serve per diventare più competitivi? «Ormai, i motori sono simili per tutti. Honda costa un po’ di più, ma siamo lì. Sono i piloti a fare la differenza, insieme alla messa a punto della moto». —



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