Mente e cuore padovani per l’assalto al circuito mondiale di moto d’acqua

Il Drea-ms Racing parteciperà anche nel 2017 alle tappe del campionato iridato: Piscaglia e Baranova i piloti di punta
Di Cristina Chinello

GALLIERA VENETA. Un team che coniuga la moto in (quasi) tutti i suoi ambienti: enduro, cross, acqua. Ha sede a Galliera Veneta e si chiama Drea-ms Racing, fondato da Mirko Stocco, 27 anni, per quell’insana inclinazione dei teenager a fare il contrario di quel che vorrebbero i genitori. Stocco, che della squadra è il team manager, ora è coadiuvato da Paolo Vico, socio e meccanico. Grazie a Nicola Piscaglia, 27enne di Rimini, hanno appena partecipato all’ultima delle otto tappe del circuito mondiale di moto d’acqua, che si è svolta a Dubai. Piscaglia ha chiuso all’undicesimo posto, piazzandosi settimo nel ranking mondiale e ottenendo così il diritto per il team di partecipare al torneo iridato anche per quest’anno (le gare inizieranno in primavera in Puglia, per poi spostarsi in giro per il mondo).

«Il nostro team è nato nel 2013 con l’obiettivo di entrare nel settore del motocross», racconta Stocco, «Poi ci siamo accorti che c’era tanto bisogno di sponsor e che questo è uno sport di nicchia, pertanto per aumentare il nostro seguito abbiamo aumentato le discipline proposte, aggiungendo enduro e moto d’acqua».

Di quante persone è composto ora il team? «Contiamo su nove piloti, di cui sei sono i più adulti: Nicola Corradin di Latisana, Nicola Piscaglia di Rimini, Svetlana Baranova dell’Ucraina, Andrea Zanon di Montebelluna, Lorenzo Perazzolo di Este, Manuel Dal Molin di Montebelluna».

Come è nata l’idea del team? «È venuta a me, per la mia passione per la moto. A 18 anni e due giorni mi sono comprato la moto con tutti i soldi che avevo da parte e nonostante il parere contrario dei miei genitori. Quando mia mamma l’ha vista, ho capito che l’avevo fatta grossa e che avrei dovuto trovare qualcuno che mi aiutasse a tenerla, e questo mi ha dato la spinta per far nascere un gruppo che si occupasse di motocross: all’inizio era una asd, poi è diventato un team».

La segue come team manager per lavoro? «No, io sono project manager per la Breton, un’azienda del Trevigiano, e aiuto nell’azienda di famiglia, la Dolciaria Stocco di San Martino di Lupari. Inoltre da quest’anno inizierò una collaborazione con Fwr, Face Way Racing, la casa madre padovana di Claudio Bissaro. Il team è la mia passione, spesso passo le notti a cercare informazioni sui siti stranieri: con la Baranova abbiamo chiuso il contratto così. Lei è la più forte pilota donna d’Europa».

Uno sport costoso… «Non riusciremmo ad andare avanti se non avessimo le aziende che ci sostengono, anche perché non identifichiamo questo sport con il business. Mi spiego: abbiamo aiutato due fratelli per un anno e mezzo. Avevano talento, ma pochi mezzi finanziari. Li abbiamo seguiti finché sono riusciti a entrare nel circuito di attenzione della Redbull. A un altro nostro pilota, un team aveva offerto 20 mila euro per correre: lui ha rifiutato, perché qui il clima è diverso. Curiamo molto l’aspetto umano, ascoltiamo i ragazzi e li aiutiamo a crescere. E poi vogliamo che continuino a studiare: puoi anche diventare un bravo pilota, ma quando finisci la carriera, se non hai studiato, non sei nessuno».

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