Mitico Charlie Brown: «Vendetti i cavalli per la Nuova Zelanda»

ESTE. «Franco, mi facevi così rabbia... Quando si correva contro di te l’obiettivo non era batterti, ma non farsi doppiare. Andavi forte come il vento!». A quarant’anni di distanza Giorgio Bellotto, estense, oggi affermato imprenditore nel settore dell’assistenza pneumatici nelle corse, volto noto in tutti gli autodromi d’Europa, non ha dimenticato quelle “umiliazioni” subite da Franco Picco, allora re del motocross, poi eroe della Parigi-Dakar (due secondi posti assoluti: 1988 e 1989). Giorgio e Franco si sono incontrati nei giorni scorsi all’Aganoor di Arquà Petrarca per festeggiare i 40 anni del Moto Club Este. Picco, vicentino di Sovizzo, si schermisce un po’: «Dai Giorgio, andavi forte anche tu...».
È uno dei tanti siparietti visti alla bella rimpatriata organizzata dal club atestino: festa per gente dai capelli grigi ma dal cuore inossidabile. Inossidabile come la tempra di Charlie Brown (altro ospite della serata), al secolo Giuseppe Marzotto da Arzignano, uno che per eludere i divieti del padre scelse di correre nello speedway con lo pseudonimo del personaggio di Linus, che gli rimase poi appiccicato per tutta la vita. «Quando correvo col mio nome mio padre mi sgamava dalle cronache dei giornali, ed erano botte...», ricorda sorridendo Marzotto, oggi affermato costruttore di motori ad Alonte e padre di quell’Emanuele che è già campione italiano di flat track, altra specialità motociclistica. C’era pure lui alla festa del club estense.
Charlie Brown, che è stato il primo italiano a raggiungere una finale continentale, prima dei titoli conquistati molti anni dopo da Armando Castagna, era in vena di amarcord alla festa. «Per imparare a vincere vendetti i cavalli e l’allevamento di tacchini per pagarmi un’esperienza in Nuova Zelanda», ricorda Marzotto. «E quella volta che arrivai a Leningrado solo con il motore della moto? Il telaio e il resto rimasero impelagati nelle dogane sovietiche e io, con l’aiuto di altri piloti, riuscii a ricostruirmi la moto prima della gara». Pazzie. Come quando si rotolò in pista dopo che il tedesco Egon Muller vinse il primo titolo con il suo motore: il GM che Marzotto tuttora produce ad Alonte, per moto da speedway e kart.
Il Moto Club, oggi impegnato in tanti raduni storici Fmi, ha rievocato le vittorie del suo team enduro con Pietrogrande, Baccini, Fogo e Borile. Alla festa come ospite c’era lo stesso Umberto Borile, costruttore di moto e quad a Vo’: ha animato l’evento con il presidente Raffaele Romito e il suo ex Gianuigi Brocadello (per tanti guida del club dopo Graziano Marighello e Tomi Trivellato) e al centinaio di soci accorsi per sfogliare insieme l’album dei ricordi.
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