Monselice-La Rocca, fusione rinviata

MONSELICE. Fusione? No, grazie. Ennesima fumata nera per l'ipotesi di “matrimonio” sportivo tra Monselice e La Rocca. Una “telenovela” che dura da anni e che non andrà in porto nemmeno stavolta. Troppo distanti le due parti per arrivare ad un accordo: biancorossi e neroverdi continueranno ognuno per la propria strada, riportando all'ombra della Rocca l'atteso derby che manca dal 2006.
Nelle ultime settimane erano circolate “voci” di fusione, specie dopo la promozione in Prima Categoria del Monselice e la contemporanea salvezza de La Rocca: ritrovandosi nello stesso campionato, le due società avrebbero potuto unirsi in una realtà unica, più forte sia sul piano numerico che economico. Ma il fatidico “sì” non è arrivato.
«Siamo stati convocati più volte dall'assessore Andrea Tasinato per creare un unico polo con i punti di forza di entrambe le società», rivela il presidente biancorosso Giuseppe Ruzzante. «L'obiettivo era sfruttare il nome del Monselice 1926, che in questi due anni post-rinascita ha fatto tanto sul piano dei risultati e dell'immagine, per farlo ricadere sul vivaio de La Rocca: si dava la possibilità ai loro ragazzi, una volta terminate le giovanili, di esordire in prima squadra con noi su di un palcoscenico di blasone e prestigio. Una soluzione che avrebbe aiutato a non perdere i migliori talenti del loro vivaio, che spesso non salgono in prima squadra per trasferirsi in realtà con maggiore appeal. Le due società avrebbero continuato ad esistere ma collaborando, per diventare un club forte a 360 gradi. Purtroppo il progetto è sfumato, e non per nostra volontà».
«Tra marzo e aprile ho avuto vari incontri con i dirigenti del Monselice», conferma il presidente neroverde Claudio Finesso. «Ne era emersa, da entrambi i club, l'indisponibilità ad una fusione e si è così discusso di una “meno impegnativa” collaborazione, in cui La Rocca avrebbe continuato a gestire gli impianti sportivi e curato di più il vivaio. Il Monselice si sarebbe concentrato solo sulla prima squadra, in cui sarebbero andati i nostri giovani più bravi dopo la trafila delle giovanili. Ci si è arenati su alcuni punti: la “sopravvivenza” della nostra prima squadra, le modalità di passaggio degli atleti da un club all'altro e la gestione della juniores, a cui nessuno intende rinunciare. In questi due anni i dirigenti del Monselice hanno tuttavia dimostrato una concretezza tale da rendere compatibili i programmi delle due realtà: i tempi non sono ancora maturi, ma abbiamo gettato le basi perché ciò sia possibile in futuro». Insomma, non c’è una rottura, semmai l’esigenza di capire meglio come si potrebbe lavorare con profitto nei prossimi anni.
Matteo Lunardi
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova








