Novara ultimo e Sbaffo confessa in aula

Colpo di scena: il Cesena parte in causa contro i piemontesi, il giocatore rivela una tentata combine per Livorno-Piacenza
L'ex Ostello della Gioventu' del Foro Italico dove si svolge il processo sportivo al Calcioscommesse, Roma, 31 maggio 2012. ANSA / MASSIMO PERCOSSI
L'ex Ostello della Gioventu' del Foro Italico dove si svolge il processo sportivo al Calcioscommesse, Roma, 31 maggio 2012. ANSA / MASSIMO PERCOSSI

ROMA. La quarta giornata del processo sul calcioscommesse in corso all'ex Ostello della Gioventù del Foro Italico è iniziata ieri con il 25° patteggiamento (il 18° di un tesserato, oltre i 7 dei club): quello di Mirko Bellodi (deferito per la tentata combine di Ancona-Mantova del 30 maggio 2010), a cui la Commissione Disciplinare ha accordato una squalifica di due anni rispetto alla richiesta di tre anni di stop fatta dal Procuratore federale Stefano Palazzi durante la sua requisitoria.

C’è poi la vicenda Nassi, il giocatore inquisito che ieri si è presentato con la maglietta con su scritto “Io sono Maurizio Nassi” in polemica con un quotidiano che aveva messo la sua foto confondendola con quella di Carobbio. «Io sono più che penalizzato», ha detto l’ex attaccante di Padova e Cittadella. «Non ho mai fatto un illecito, né tantomeno ho provato a farlo. Si sta giocando con la vita delle persone per niente. Non ho fatto nulla e rischio di prendere 4 anni di squalifica, che significa il doppio di Carobbio, il quale ha ammesso di avere venduto non so quante partite». Si tratta dei 4 anni chiesti da Palazzi per i fatti che risalgono a quando era tesserato prima con l'Ancona e poi con il Mantova. «Per me sarebbe la fine della carriera», ha aggiunto Nassi. «Al giorno d'oggi, dopo una vita spesa nel calcio, non puoi mandare a casa un padre di famiglia senza motivo. In questo processo ho messo la faccia e continuo a farlo perché credo nella giustizia. Vorrei continuare a fare il mio lavoro con dignità, come ho sempre fatto. Dopo 20 anni di calcio mi sono reso conto solo ora di non avere a fianco tanti amici come mi dicevano di essere. Ho vicini solo il mio avvocato e la mia famiglia». C’è stata poi la confessione dell’ex calciatore del Piacenza Alessandro Sbaffo (oggi all’Ascoli), che ha chiesto il patteggiamento: «Ho incontrato De Lucia e Schiattarella e gli ho chiesto se ci lasciavano vincere la settimana dopo a Livorno. De Lucia mi rispose che dovevano andare ai playoff e quindi mi ha dato subito risposta negativa, dicendo che ci avrebbe pensato lui a parlare con Gervasoni. Schiattarella era lì, ma non ha parlato». La tentata combine rivelata riguarda Livorno-Piacenza del 14 maggio 2011. C’è poi chi sta già facendo conti sul futuro come il Cesena - parte terza al processo - i cui legali ieri hanno detto: «Chiediamo la retrocessione del Novara all'ultimo posto del campionato di serie A». Il Cesena è ultimo in classifica e retrocesso, la richiesta può cambiare le sorti se accolta in caso di ripescaggi. L’avvocato del club romagnolo, Carlo Ghirardi, ha infatti spiegato: «Non possono essere ripescate società che hanno subito sanzioni nell'anno in corso (riferendosi alla richiesta di condanna del Novara a sei punti di penalizzazione, 50mila euro di ammenda e l'esclusione dalla Coppa Italia, ndr). Il Novara quindi non può essere ripescato». Alle 18.07 il presidente della Commissione Disciplinare Sergio Artico ha chiuso il dibattimento del processo sportivo. Al termine dell’ultima arringa difensiva, il procuratore federale Stefano Palazzi ha rinunciato alla controreplica finale, rimettendosi a quanto scritto nell'ordinanza dei deferimenti e detto nella requisitoria iniziale. I giudici si ritireranno in camera di consiglio venerdì: la sentenza arriverà entro quindici giorni.

A margine dell’udienza, Palazzi ha risposto così alle domande sui tempi del processo alla serie A: «Dipende dall'istruttoria. Comunque, d'accordo con la Federcalcio, terremo al corrente di tutto comunicando le audizioni dei tesserati e dei non tesserati. Vedremo quanto tempo sarà necessario».

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