Padova, c’è un solo risultato: vincere!

Con il Crotone servono i 3 punti, che mancano da sette gare
Di Stefano Edel
BARON CITTADELLA-PADOVA STADIO TOMBOLATO SCHIAVON-IORI
BARON CITTADELLA-PADOVA STADIO TOMBOLATO SCHIAVON-IORI

PADOVA. Non sono tanti i precedenti fra Padova e Crotone: sette, e tutti di serie B. Bilancio in perfetta parità: 3 vittorie del Padova, 3 dei calabresi, 1 nullo. All’Euganeo, dove si sono affrontate in tre occasioni, le due squadre non hanno mai fatto uscire il segno “X”: due volte si sono imposti i biancoscudati, una - nell’ultimo torneo - i rossoblù (1-2). Questo per dire che, a sei giornate dall’epilogo della stagione, non ci sono avversari facili per Trevisan & C., neppure chi sta decisamente meglio come, appunto, l’ospite odierno, attestato a quota 46, in una posizione di relativa tranquillità, 5 lunghezze sopra la quint’ultima. Un Crotone che, fra l’altro, ha tutta l’intenzione di vendicare il k.o. subito all’andata, il 24 novembre 2012, quando Farias sbancò lo Scida con un gran tiro da lontano. Altri tempi, soprattutto altro Padova, sebbene in panchina ci fosse lo stesso allenatore.

Ritorno al successo? Le nubi che si erano addensate minacciose sulla testa di Pea e dei suoi giocatori dopo il rocambolesco 3-3 di Cittadella per fortuna si sono diradate. Gallozzi, Iori, Cutolo e Bonazzoli stanno molto meglio e saranno, salvo sorprese, del match. Il tecnico va dritto al sodo: «Bisogna vincere. Ci mancano i tre punti ed è giusto provarci, con tutto il rispetto per il Crotone, che sta disputando un ottimo campionato. Però abbiamo bisogno di questa vittoria e stiamo lavorando per ottenerla». Il derby è alle spalle, con tutto ciò che lo ha contraddistinto, sia in senso positivo che negativo. «Sabato scorso abbiamo dimostrato che lo spirito è buono di fronte a qualche errore di troppo», sottolinea Pea. «Abbiamo subìto tre gol, ma siamo riusciti a farne altrettanti. La nota lieta è che la squadra segna, e ci contiamo anche in quest’occasione. Nelle ultime due partite gli attaccanti si sono mossi molto bene, compresi coloro che sono subentrati a gara in corso. Chi è entrato ha portato grande fluidità di manovra e imprevedibilità, una situazione interessante che ci ha giovato, anche sul piano realizzativo».

Un sospiro di sollievo. Il mister si è rasserenato dopo l’allenamento di ieri pomeriggio, cui seguirà stamattina la rifinitura: l’infermeria si è parzialmente svuotata. «Abbiamo recuperato tutti tranne Legati. Come nelle ultime settimane, abbiamo usato il buonsenso facendo fare il minimo indispensabile a qualche giocatore che, più che di allenarsi, aveva bisogno di recuperare le energie spese. La squadra sta bene, per il resto».

Il bollettino medico, comunque, non è confortante: lesione di primo grado al muscolo semimembranoso della gamba destra per Legati, mentre Piccioni, fermatosi domenica, ha avuto una nuova ricaduta al soleo di destra. A precisa domanda su Bonazzoli, Pea replica così: «Così come Iori, ci sono alcuni ragazzi, ed Emiliano è tra questi, che vogliono esserci nonostante qualche acciacco. Lo spirito oggi è più importante delle qualità tecniche: mancano sei partite, e voglia e cuore sono superiori a tutto».

Viviani l’alternativa. Tra le varie soluzioni studiate c’è anche la possibilità che l’ex Primavera della Roma possa essere piazzato dietro le punte a gara in corso. «Dipende da come si metterà la partita», frena Pea. «Sappiamo che il Crotone è una squadra che si chiude molto bene, cercheremo di sfruttare le qualità dei nostri attaccanti per aprire varchi nella loro difesa».

L’aiuto dei tifosi. La vittoria manca da sette gare, il 2-0 di Verona. Era il 4 marzo scorso e anche allora si giocava sotto la luce dei riflettori. «Noi abbiamo assoluto bisogno di raccogliere i tre punti, e per quanto mi riguarda la squadra ha tutte le carte in regola per farlo. Quella con il Crotone mi sembra la partita ideale per riuscirci: arriviamo da due buone prestazioni, ma adesso è giunto il momento di vincere». E ai tifosi che diciamo? «La gente che ama questa società c’è sempre stata e ha fatto sempre sentire il proprio calore, indipendentemente dal numero di spettatori sugli spalti».

(ha collaborato

Francesco Cocchiglia)

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