Padova horror, è tutto un errore Adesso Sullo è sotto processo
FANO (Pesaro). Battuto e contestato dai propri tifosi, poco meno di 200, tornati a casa con la rabbia e il malumore per una sconfitta grave e comunque meritata.
Il Padova inizia nel peggiore dei modi il 2020 e il girone di ritorno, cadendo allo stadio Mancini di Fano, dove non ha mai vinto, e dando forse definitivamente l'addio alla possibilità di un rientro nella lotta al vertice, che coinvolge Vicenza, Carpi e Reggiana. Una sconfitta – la sesta in 20 giornate, la seconda consecutiva dopo quella di Reggio Emilia prima della sosta – che è figlia di una somma di errori banali da parte dei singoli, tradottasi poi in prestazione negativa del collettivo. E a... tradire sono stati soprattutto gli uomini teoricamente più affidabili, quelli che avevano cominciato alla grande il campionato, da Kresic a Santini, da Baraye a Fazzi, solo per citare i casi più eclatanti.Una prova che ha lasciato allibiti, infarcita di disattenzioni, sbagli e incertezze impensabili. Viene da chiedersi: se Sogliano è andato a pescare già sul mercato tre giocatori nuovi, fra cui due attaccanti, che dovrebbe fare ora dopo quanto (non) si è visto nelle Marche? Parlare di crisi è lecito, ancor più di gruppo che fatica a ritrovare coesione e umiltà.
SULLO RISCHIA?
La domanda inevitabile da porre alla dirigenza riguarda l'allenatore: Sullo è ancora solido sulla sua panchina? Crediamo che, dopo i segnali di ieri, un summit societario sia necessario per capire cosa sta succedendo al Padova, splendido protagonista dell'avvio di stagione (7 successi su 8 partite) e poi involutosi in modo inaspettato, soprattutto dopo aver fatto proprio il derby del Menti contro la rivale numero uno. Il direttore sportivo, che ha fortemente voluto il tecnico per quest'avventura padovana, dovrebbe spingere per la conferma, ma è evidente che il risultato negativo – terza volta che si perdono due match di fila, la prima con Ravenna e Triestina, la seconda con Sudtirol e FeralpiSalò – pesa come un macigno sulle ambizioni di rilancio della squadra, affossate senza attenuanti.
DUE RIGORI
C'era da aspettarsi che il Fano, da un mese con il nuovo tecnico Alessandrini e reduce da un successo e un ko, l'avrebbe messa sul piano della grinta e dell'agonismo. E ci è riuscito talmente bene da centrare l'en plein per la prima volta davanti al suo pubblico sfruttando con cinismo i pateracchi combinati dagli avversari. Senza Ronaldo, dirottato in tribuna per un risentimento muscolare e sostituito (bene) da Hallfredsson, il Padova, dopo una bella respinta di Minelli su colpo di testa di Parlati (9'), si era, però, fatto prendere d'infilata da una ripartenza di Barbuti, scattato tra Pelagatti e Kresic e toccato appena dentro l'area dal difensore croato. Rigore netto che lo stesso Barbuti aveva trasformato (26'). Prima del riposo, il punteggio era tornato in equilibrio grazie ad un altro penalty concesso per un calcio rifilato da Paolini a Germano appena all'interno dei 16 metri. Il nuovo acquisto Nicastro aveva rimesso i conti a posto con un tiro forte e centrale (45').
ESPULSIONE E VITTORIA
Nella ripresa, pur non esaltando mai per la manovra, gli uomini di Sullo hanno cercato di prendere in mano il match, ma sono rimasti in dieci nel momento cruciale, quando Kresic, già ammonito, ha commesso un altro fallo inutile a centrocampo, beccandosi il secondo giallo. Era il 37' e due minuti dopo, da una punizione a sinistra calciata da Baldini, Di Sabatino è svettato nel mucchio indirizzando il pallone nell'angolo più lontano. Il Padova si è divorato con Fazzi di testa l'occasione per il secondo pareggio, centrando il palo da non più di due metri (41') e a quel punto la sfida si è chiusa. “Meritiamo di più” hanno urlato ai giocatori gli ultras, arrabbiatissimi. Come dare loro torto? Il momento è delicato, servono nervi saldi, ma soprattutto ritrovare uno spirito di squadra smarrito. —
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