Padova, serve vincere con due gol di scarto

Debutto casalingo contro il Pordenone, già battuto dal Mantova
Di Francesco Cocchiglia
NATOLI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PRESENTAZIONE SQUADRA CALCIO PADOVA
NATOLI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PRESENTAZIONE SQUADRA CALCIO PADOVA

PADOVA. L’Euganeo è pronto a spalancare le sue porte. Sugli spalti, tra i seggiolini e il manto verde rifatto, si torna a respirare il dolce profumo del professionismo: il Calcio Padova torna a giocare nello stadio amico con il “suo” vero nome, oggi pomeriggio, dopo tre mesi di lontananza dal clima agonistico. La Biancoscudati Padova formalmente non esiste più, e per quanto bella e appassionante sia stata l’ultima, trionfale stagione nel dilettantismo, adesso la musica che si suona è tutt’altra. Solo un patrimonio dovrà rimanere intatto: la passione di una tifoseria che l’anno scorso si è riscoperta unita. Servirà eccome, in una stagione che si preannuncia emozionante e certo non facile, e così pure oggi, perché per passare il turno in Coppa Italia la squadra di Parlato ha bisogno di una vittoria sul Pordenone per raggiungere il Mantova a quota 4 punti, e di almeno due gol di scarto per superarlo nella differenza-reti. E servirà l’urlo dell’Euganeo per far respirare subito, ai tanti nuovi arrivati, la vera aria appassionata di una città che la Lega Pro se l’è sudata, e che non vuole certo fermarsi qui.

«Siamo pronti», carica l’ambiente il tecnico napoletano. «È la nostra prima partita in casa e vogliamo dare sensazioni positive. La squadra si è preparata bene, non vuole lasciare nessuno deluso. E da parte mia spero di dare le giuste soddisfazioni a tutte le persone che vogliono bene al Calcio Padova».

Parlato, qual è lo spirito che vi accompagna a questa “prima” casalinga?

«Vogliamo iniziare con il piede giusto: potrebbero esserci degli errori, potremmo avere una condizione fisica non ancora ottimale, ma i ragazzi ormai sanno dove sono e conoscono le loro responsabilità. Ripartiamo da dove avevamo concluso, da un triangolare e da una partita da vincere a tutti i costi (come in poule scudetto contro il Cuneo, ndr): sembra facile, ma non lo è. Se non altro, stavolta la Coppa Disciplina non conta...».

Vi servono almeno due gol più dell’avversario: vedremo un Padova all’arrembaggio?

«Nemmeno per sogno, non serve a niente andare all’arma bianca sin dai primi minuti. Dobbiamo giocare, costruire, fare gol, ma pensare anche a non prenderne: voglio vedere il gioco, ma anche la giusta attenzione. Abbiamo l’obbligo di vincere, ma sarà una partita a due velocità: ci saranno ritmi alti quando spingeremo, ma anche un po’ più lenti per non sbilanciarci ed evitare di subire gol, altrimenti la nostra missione diventerebbe ancora più difficile».

Si va verso la conferma del modulo visto a Mantova?

«Li ho provati entrambi negli ultimi due giorni, devo ancora decidere. Ilari è disponibile, Mazzocco è convocato ma non potrà essere nemmeno in panchina, mentre in porta non ho ancora scelto chi schierare».

Per lei, tuttavia, sarà la prima volta da avversario con il Pordenone. Emozionato?

«Metterò da parte i ricordi perché il mio desiderio è passare il turno, anche se la partita per me è davvero particolare. Domenica scorsa li ho visti all’opera, proveranno a metterci in difficoltà».

Ha quindi già detto al presidente Lovisa: “Grazie per avermi cacciato, altrimenti non sarei mai arrivato a Padova”?

«Non l’ho incontrato, ma credo che non gli dirò nulla di particolare se accadesse oggi. Chi ha detto poi che sia stato lui a mandarmi via? Potrei pure essere stato io a decidere di togliere il disturbo. In ogni caso, la scelta per me è stata azzeccatissima».

Preoccupato per il terreno di gioco?

«Un po’ si è sistemato. Non sarà sicuramente un campo perfetto, ma è più che buono».

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