Parlato si presenta: «Dovremo combattere e ci faremo rispettare»

L’allenatore, ufficializzato ieri, è un esperto della categoria, avendo vinto a Rovigo e Pordenone Il ds De Poli: «Questa è una società molto unita e attenta al budget, ma porteremo giocatori importanti»
Di Stefano Volpe
EDEL PRESENTAZIONE BIANCOSCUDATI PADOVA COMUNE de poli e parlato
EDEL PRESENTAZIONE BIANCOSCUDATI PADOVA COMUNE de poli e parlato

PADOVA. E alla fine il colpo di teatro non c’è. Nonostante la società abbia voluto tenere le carte ben coperte fino all’ultimo, il nuovo allenatore dei Biancoscudati Padova è Carmine Parlato. Un “top mister” per la categoria. Parlato, 44 anni, nato a Napoli ma padovano d’adozione, visto che ha sposato una padovana, ha due figli e vive ad Albignasego. Il suo amore per la città del Santo nasce nel 1990/91, quando veste il biancoscudo, collezionando 5 presenze e un gol in serie B. Da difensore vanta 269 partite tra i professionisti, mentre da tecnico ha esordito con il botto, vincendo il campionato di serie D al debutto in panchina, con il Rovigo, nel 2004/2005. Un successo bissato la scorsa stagione, quando ha regalato al Pordenone una storica promozione.

«Quella dell’allenatore è stata una scelta discussa e approvata da tutte le componenti societarie», assicura Fabrizio De Poli. «Io sono sempre abituato a confrontarmi con la mia proprietà, se c’è qui Parlato è perché l’abbiamo voluto tutti». Il tecnico entra per ultimo, a conferenza-stampa iniziata da un pezzo, stringe la mano al sindaco e sorride, quasi imbarazzato ma visibilmente felice per un’occasione che aspettava da tempo. «Speravo in questa chiamata e non posso che ringraziare la società per avermi scelto per far ripartire il calcio a Padova», dichiara. «Qui da giocatore mi sono trovato benissimo e sono cresciuto molto. Non nascondo l’emozione, sono contentissimo, ma adesso dobbiamo correre, perché siamo in ritardo e non si può sbagliare. Dobbiamo valutare bene tutto senza farci prendere dalla frenesia». Parlato, fin da subito, vuol tirare una riga sull’estate infernale vissuta dalla piazza. «Siamo rimasti scottati da quello che è successo nelle ultime settimane. Per questo pregherei tutti, da oggi in poi, di parlare solo della ripartenza e non delle cose vecchie. Sarà una risalita in cui dovremo lavorare calandoci nella categoria con grande umiltà e determinazione. Con l’obiettivo di disputare un campionato degno del Padova».

Mentre già si discute di obiettivi e possibilità di vincere il campionato, il tecnico parla chiaramente: «Diamo tempo alla rinascita di questa società. Adesso come adesso non abbiamo nemmeno un pallone. Sappiamo che Padova è chiamata a vincere e posso garantire che faremo di tutto per far rispettare Padova città su tutti i campi. La mia squadra dovrà combattere alla morte, questo è poco ma sicuro. Ma se ci fissiamo a parlare tanto del passato, ci facciamo solo del male». Meglio allora concentrarsi su un presente e su una categoria in cui i giovani saranno fondamentali: «La serie D dipende dai giovani, che devono giocare per forza. Siamo chiamati a scegliere i migliori per fare in modo che assicurino il salto di qualità alla squadra. A questi dobbiamo unire ragazzi maturi con esperienza, fisicità e qualità. Tutto partendo dal presupposto che la mia squadra dovrà avere soprattutto fame». Qualche ex vorrebbe già tornare: «Non trascureremo affatto chi tiene a Padova, anzi valuteremo con particolare attenzione le loro candidature. La porta è aperta, poi bisogna considerare le condizioni economiche e tecniche». La squadra potrebbe anche partire per il ritiro tra una decina di giorni, ma per parlare di mercato è ancora presto, come sottolinea De Poli: «Dobbiamo aspettare anzitutto di avere la matricola Figc. Per il momento posso assicurare che questa è una società molto unita e attenta al budget, perché i voli pindarici conducono spesso allo sfacelo. Porteremo a Padova giocatori importanti, che lottino per questa maglia».

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