Pezzi il mascherato «Citta, gran gruppo»
Uscito per crampi con il Cesena: «Sono durato 70’, non poco»

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CITTADELLA. In campo è l’uomo mascherato, ma la sua identità è ben nota. Per Enrico Pezzi l’esordio stagionale in Serie B non poteva essere più fortunato, visto il 4-0 con cui il Cittadella ha annichilito il Cesena. Ben calcata sul volto, appunto, la maschera in carbonio («leggera ma solida», la definisce lui) chiamata a proteggerlo da eventuali scontri, dopo la frattura scomposta allo zigomo destro rimediata in Coppa Italia a Bologna, per la gomitata di Verdi.
«All’inizio della prossima settimana mi sottoporrò ad una nuova visita di controllo e, se tutto andrà come spero, avrò il permesso di giocare senza», spiega il terzino granata, che ora vive nella città murata assieme alla fidanzata Lisa, che l’ha seguito da Benevento. «È aderente alla faccia e non dà problemi quando colpisco il pallone di testa, ma è comunque un fastidio, perché riduce la visuale».
Contro i romagnoli l’abbiamo vista uscire per i crampi, segno che aveva dato tutto.
«Il
mister
mi aveva anticipato da qualche giorno che voleva vedermi all’opera, ma sapevamo entrambi che probabilmente avrei avuto bisogno della sostituzione. Sono durato 70’ e tutto sommato non è poco, considerando che ho ripreso ad allenarmi in gruppo appena da una decina di giorni. Di sicuro già dalla prossima partita andrà meglio».
Che sarà contro l’Empoli, una delle grandi favorite per la promozione.
«È una delle formazioni più forti del campionato. Rispetto alla squadra che era in Serie A ha inserito diversi giocatori di categoria, ma, a vedere le sue prime partite, l’impressione è che abbia già trovato una quadratura e si sia calata nella realtà del torneo cadetto. Su tutti, nelle file toscane, temo Caputo, un attaccante che conosco bene per averlo affrontato più volte e che ha nell’imprevedibilità una delle qualità più importanti».
A proposito di Serie A, quanto le pesa non aver avuto l’opportunità di giocarsi le sue carte a Benevento?
«È chiaro che mi sarebbe piaciuto, ma ero in scadenza di contratto e la società ha fatto le sue scelte, legittime. Un po’ delle difficoltà che sta incontrando adesso credo siano dovute proprio ai tanti cambiamenti, ma ho molta stima del lavoro di Baroni e credo che alla fine pagherà. Le sconfitte contro Napoli e Roma non devono spaventare».
Con i campani lei ha raccolto due promozioni consecutive. Esiste qualche elemento di contatto tra quella realtà e quella trovata qui?
«La piazza è diversa e anche il modo di stare in campo, perché Venturato ci chiede di andare sempre a prendere gli avversari molto alti: a Benevento lo facevamo quando abbiamo vinto il nostro girone in Lega Pro, mentre l’anno scorso eravamo più prudenti. Però un elemento in comune c’è: è il gruppo, che anche qui è molto unito. Un punto di forza che si rivelerà utile quando arriveranno periodi più complicati».
Lei ha vissuto queste prime giornate da spettatore. Come si è spiegato certi alti e bassi nel rendimento?
«Secondo me il Cittadella ha sempre proposto il suo gioco e occorre tener conto anche dell’avversario affrontato. Perdere con il Frosinone o in modo beffardo, come accaduto a Novara, ci sta, e non sposta il giudizio su quanto fatto sin qui».
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