Pillon: «Il Sudtirol non è imbattibile Con la “mia” Triestina vinsi per due volte»

/ PADOVA
Domenica saranno 238 giorni. Quasi otto mesi. 238 giorni dall’ultima sconfitta in campionato del Sudtirol. Nello scontro diretto tra prima e seconda che può già dare una sterzata al girone A di Serie C, il Padova si troverà di fronte la squadra più in forma del momento, in Italia e in Europa. L’ultimo ko degli altoatesini è datato 19 aprile, quando cedettero il passo alla Triestina in un rocambolesco 3-2 allo stadio Rocco. L’allenatore di quella Triestina è una vecchia conoscenza del calcio padovano, quel Bepi Pillon che ha scritto diverse pagine della storia biancoscudata sia da giocatore che da allenatore.
E allora, caro Bepi, può spiegarci come diavolo si batte il Sudtirol?
«Pensate che io lo scorso anno vinsi sia all’andata che al ritorno. Soprattutto nella gara di ritorno disputammo una partita fantastica, andando in vantaggio anche per 3-0. Poi il Sudtirol rientrò improvvisamente in gara con due gol in due minuti ma riuscimmo a reggere. Nonostante la vittoria mi fecero una grandissima impressione per il modo di giocare e per l’organizzazione in campo».
Fu la sconfitta più bruciante della storia dei bolzanini. Vincendo avrebbero avuto la B in mano, invece regalarono la promozione al Perugia, una beffa paragonabile a quella del Padova. Ma dalla delusione il Sudtirol è ripartito con più smalto mentre i biancoscudati accusano qualche scoria. Come mai?
«Non hanno le stesse pressioni di Padova e questo può aver rappresentato un vantaggio. A Padova ci sono i media, il pubblico e la società che spingono continuamente per ottenere questa promozione. Ma lo capisco. A una città del genere, abituata anche a categorie superiori, sta troppo stretta la Serie C. La gente è esigente. Al Sudtirol possono lavorare con più tranquillità e adesso sta andando tutto bene. Ma sarà così fino alla fine? L’anno scorso, quando erano a un passo dal traguardo, sono crollati».
Con una vittoria domenica la capolista può volare a più nove. È già decisiva?
«Assolutamente no. È importante, delicata, ma non decisiva. Quando io subentrai ad Alessandria nel 2017 la squadra aveva dilapidato 11 punti di vantaggio sulla seconda nel solo girone di ritorno. In Serie C non si può mai stare tranquilli».
Chi vince domenica?
«Una partita da tripla. Sarà un match vibrante, entrambe le squadre giocano bene e si affronteranno a viso aperto, ne sono sicuro. Pavanel mi piace, l’ho seguito, è un allenatore che ha fatto la gavetta e si è guadagnato tutto passo dopo passo riuscendo sempre a dare un’impronta alle sue squadre. Il Padova ha tutto per poter recuperare».
E questo mister Javorcic del Sudtirol che segreto ha?
«Non lo conosco personalmente ma ha avuto grande impatto. Il segreto del Sudtirol, però, sta nella programmazione. Hanno costruito tutto un gradino alla volta, aggiungendo sempre il tassello che mancava l’anno precedente, aiutati da un centro sportivo di livello mondiale. Non sono una sorpresa, puntano davvero in alto». —
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