Sara Cardin sogna a cinque cerchi

PADOVA. Non le basta essere campionessa del mondo e campionessa europea: a essere la più forte del globo ci ha preso gusto, tanto da volersi prendere il secondo titolo iridato ed essere lei quella da battere a Tokyo 2020.
«A fine ottobre mi aspettano tutte incattivite per portarmi via il titolo mondiale», premette Sara Cardin, trevigiana di Conegliano, ha 29 anni ed è la più forte nel karate, specialità kumite. Era a Padova nei giorni scorsi, al centro sportivo dell’Esercito, per una cerimonia di premiazione.
«Sto bene» aggiunge «ho fatto tutta la preparazione estiva e ho buone sensazioni in gara, ora che siamo rientrati. Ad agosto abbiamo saputo che il karate sarà disciplina olimpica a Tokyo: per questo ora si scateneranno tutte. L’avventura a cinque cerchi è un sogno che si realizza: a dire il vero speravamo tutti che il karate entrasse già a Rio».
Una passione la sua, iniziata già in tenera età.
«A sette anni mia mamma mi ha portato a fare karate, ero un maschiaccio e giocavo con le spade in giardino. Aveva provato a mandarmi a danza, ma mi annoiavo, avevo bisogno del contatto fisico. E poi guardavo in continuazione i film di Karate Kid, era quel periodo. Mi ero fatta fare anche un sacco di lenzuola in giardino».
Perché proprio il karate?
«È uno sport completo, impegna tutto il corpo e impone autocontrollo. Agisce così sull’autostima, dà sicurezza e insegna il rispetto: da piccoli, maschi e femmine combattono insieme, pertanto una delle prime cose che si impara è proprio la diversità. E poi è un’arte marziale, ha qualcosa in più rispetto ad altri sport».
Poi la passione è diventata un mestiere.
«La vita da atleta non pesa, perché quando c’è la passione c’è anche la volontà, e tutto il resto scivola».
Che il karate domini la sua vita, è evidente anche nel privato, perché lei, Sara, ha sposato il suo allenatore Paolo Moretto.
«Ci dividiamo i tempi, lui comanda in palestra, io a casa», ride, pensando che il loro sogno a lungo termine è composto di 5 cerchi intrecciati.
Cristina Chinello
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova