Sarno e il Padova «Qui per vincere»

E Bonetto ai tifosi: «Riempiamo l’Euganeo, 10 mila con la Samb»

PADOVA. Vincenzo Sarno non è tipo che ama i riflettori. Scordiamoci la storia del “Pulcino” da 120 milioni di lire, il “nuovo Maradona”, il caso mediatico che a fine anni 90 portò un bambino ospite dei salotti tv nazionali dopo il suo trasferimento da record al Torino. Vincenzo, oggi, è un giocatore che alla soglia dei 30 anni è riuscito a ritagliarsi il suo spazio nel professionismo, è reduce dai tre anni migliori della sua carriera in Serie C a Foggia, ma adesso deve ricominciare da capo. Dopo aver trascinato i “satanelli” alla promozione in Serie B, il trequartista napoletano è stato messo fuori rosa, è praticamente inattivo da sei mesi e avrà bisogno di qualche settimana per trovare una forma accettabile.

La prima intervista. «Sono contento di essere qui e sono molto determinato a dare una grossa mano a questa squadra per tornare dove merita», le sue parole nella presentazione di ieri allo stadio Euganeo. «Conosco Padova, il blasone della piazza, l’ambizione della società e sono anche emozionato. L’obiettivo è ritornare in B già la prossima primavera, sono venuto qui per vincere». Ed è questo il motivo principale per cui ha scelto il biancoscudo anche a fronte di qualche altra offerta. «È stata una trattativa-lampo, risolta in due-tre giorni. Avevo altre offerte da società di prima fascia della Serie C, ma, appena ho saputo di Padova, non ho esitato ad accettare ed abbiamo trovato subito l’accordo». Come detto, dovrà ritrovare la forma. Mentre i problemi di pubalgia che l’hanno afflitto la scorsa stagione sono passati. «Ho avuto un inizio di pubalgia la scorsa annata, ma è tutto alle spalle. Nei mesi scorsi sono stato in un centro specialistico di Cesena perché ormai mentalmente non riuscivo più ad allenarmi a Foggia e volevo rimettermi in condizione. Ora ho un programma da seguire per ritrovare a breve tempo la forma, sono piccolo e credo che, nel giro di tre settimane, starò bene». Purtroppo la condizione migliore non arriverà in tempo per la gara di sabato prossimo a Vicenza. «Mi spiace di non essere al top, ma mi metto a disposizione e anche per 5 o 15 minuti sono pronto a scendere in campo. I derby sono le partite più belle da giocare».

Bisoli cosa le ha detto?

«L’avevo sentito già prima della firma. Mi ha iniziato a martellare fin da subito sul lavoro».

I nuovi compagni li conosceva già?

«Avevo preso informazioni anche sulla squadra, conosco Russo che è un amico e mi ha parlato bene di questo gruppo».

Inevitabile, quindi, tornare sul suo addio a Foggia, dove ha rotto con società e allenatore ma è rimasto nel cuore della gente. «Quella con Foggia è stata veramente una storia d’amore. Arrivai che ero un po’ dubbioso sulla scelta, poi piano piano mi sono sentito a casa, mi hanno fatto sentire un giocatore vero ed importante. Devo solo ringraziare la tifoseria e la città, che mi hanno accolto benissimo come uomo e calciatore. È stata una seconda famiglia per me e ho faticato a lasciarla. Ma l’ho fatto per sposare un progetto importante e spero di trovare lo stesso affetto a Padova. Per vincere c’è bisogno sicuramente della vicinanza del pubblico. Tre anni fa a Foggia erano appena 5 mila le presenze allo stadio, poi grazie al lavoro ed ai risultati sono arrivati in 30 mila allo Zaccheria».

L’appello di Bonetto. Ed è proprio su questo tasto che ha battuto il presidente Roberto Bonetto all’inizio della conferenza-stampa, lanciando un appello ai tifosi: «Il mercato in linea di massima è chiuso e devo ringraziare Zamuner per il lavoro svolto. Abbiamo portato a casa tre giocatori di livello, che ci daranno una grossa mano per raggiungere il nostro sogno. Abbiamo fatto degli sforzi importanti e per questo chiedo ai tifosi di starci vicino. C’è bisogno di loro. L’Euganeo sarà anche brutto, ma dobbiamo riempirlo e, se vogliamo renderlo più bello, bisogna uscire da questa categoria. Facciamo diventare lo stadio una bolgia, mi piacerebbe vedere 10 mila spettatori nel big match con la Sambenedettese. Padova è una città importante e può farlo: dimostriamo che vogliamo portare in alto questa squadra».

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