Silvio Appiani, eroe della Grande Guerra la sua maglia alla mostra “Azzurro che valore”

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Nel mare delle celebrazioni per il centenario della fine della Grande Guerra, fa capolino una figura simbolo della storia biancoscudata: Silvio Appiani. Da oggi a domenica si terrà a Padova il Raduno Nazionale dell’Associazione Combattenti e Reduci, con un programma molto fitto. Oggi, nello lo spazio espositivo del centro Altinate-San Gaetano sarà inaugurata la mostra “Azzurro che valore”, patrocinata dal Ministero della Difesa, che promuove la conoscenza dell’eroismo degli sportivi italiani impegnati nel primo conflitto mondiale, molti dei quali decorati al Valor Militare. Tra loro non poteva mancare proprio Silvio Appiani, la prima grande stella della storia del Padova e volontario della Prima Guerra mondiale. Per questo il direttore generale del Padova Giorgio Zamuner e il difensore Trevor Trevisan doneranno al museo una maglia biancoscudata fatta produrre appositamente per l’occasione, per ricordare il giovane bomber degli anni’10. E trattandosi di un bomber, non poteva che essere stampato il numero 9.



Silvio Appiani è una vera e propria leggenda del calcio padovano. Nato a Vicenza ma cresciuto a Padova, la storia tramanda la figura di un personaggio colto, carismatico, coraggioso e molto talentuoso. Dopo aver studiato al Liceo Tito Livio si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Padova, quando già aveva iniziato a giocare per i colori biancoscudati. Il suo esordio risale al 1913, quando il club aveva appena 3 anni e lui 19, mentre l’anno successivo riuscì a mettere a segno 18 gol in appena 14 presenze, facendo immaginare per lui un futuro radioso nel calcio italiano. Invece il destino aveva in serbo tutt’altro. Nel 1915, dopo aver conseguito la Laurea in Farmacia, allo scoppio della guerra Appiani decise di arruolarsi volontario e si aggregò in Fanteria, al 139º Reggimento brigata “Bari” . Come migliaia di altri soldati morì sul Carso il 21 ottobre del 1915, a 21 anni, a causa di un bombardamento austriaco. Il suo nome rimarrà per sempre impresso nella memoria dei tifosi biancoscudati non solo per le sue prestazioni, ma anche per lo stadio che gli è stato intitolato. Nel 1924 fu inaugurato il campo di via Carducci, subito ribattezzato “Silvio Appiani”, che per 80 anni ha ospitato le partite del Padova, nel periodo più splendente e appassionante della propria storia. Negli ultimi tempi, un Comitato promosso dalla pronipote Francesca Appiani si è battuto per evitare l’abbattimento dell’impianto che ora ospita le partite delle giovanili biancoscudate.



Oggi Appiani verrà ricordato dal dg Zamuner e dal difensore Trevisan, che ormai è un padovano d’adozione, è diventato una bandiera biancoscudata e allo stadio Appiani, seppur non ci abbia mai giocato in partite ufficiali, è particolarmente legato. «Mi sono informato sulla figura di Appiani», ha svelato Trevisan, «una storia incredibile, che gli rende grande onore. Leggendo la sua biografia si capisce perché, giustamente, sia diventato un simbolo di Padova. E quando entri allo stadio Appiani si respira un’aria diversa, unica. Per me sarà un grande piacere poterne onorare la memoria e portare questa maglietta che rappresenterà un cimelio prezioso». —



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