Simonato: «Il mio Monselice sarà così»

«Rispetto per tutti e massima umiltà, ma prima viene la maglia»

MONSELICE. Grande entusiasmo e nessuna paura. Esordio da allenatore con il botto per Luca Simonato, scelto dal Monselice per raccogliere l’eredità di Gianni Cappellacci, che per motivi personali ha lasciato la panchina biancorossa dopo aver centrato la promozione in Seconda Categoria. La società ha optato per una soluzione interna, affidando la squadra al centrocampista 36enne, che chiude così con il calcio giocato per dedicarsi anima e corpo ad una nuova avventura, affascinante e ricca di stimoli. Per Luca sarà il debutto tra i «grandi» dopo aver già ottenuto risultati importanti nei vivai di La Rocca, Bovolenta, Due Carrare e pure Monselice, dove alcuni anni fa ha vinto un campionato alla guida degli Allievi.

«Per prima cosa vorrei ringraziare La Rocca per avermi dato la possibilità, nel lontano 1998, di iniziare il mio percorso da allenatore», sottolinea il diretto interessato. «Un pensiero speciale va a Rossano Furlan, Dorino Anali e Andrea Franzolin per il ruolo determinante che hanno avuto nella mia crescita. Ho dedicato gran parte della vita al calcio e riesco a vederne in ogni sua forma un lato emozionale, persino nelle sempre più rare occasioni in cui per strada trovi bambini che si divertono con un pallone mezzo sgonfio e due alberi storti a fare da porta. Anche per questo la decisione di smettere di giocare è stata dura. Ma di fronte all’opportunità di allenare il Monselice non si può dire no».

Da leader in campo a guida in panchina: cosa si prova?

«Qui c’è un progetto sano, fondato sui valori e sulla passione, condiviso con amicizie più che ventennali. Monselice è la mia città, vivo in centro e basta passeggiare in piazza la domenica mattina per respirare calcio. È impossibile non trovare persone che ti parlano di questo sport in ogni angolo, specie se difendi i colori biancorossi. E se questa stagione è stata un successo, buona parte del merito va proprio ai tifosi, dalle trenta persone della prima giornata a Cà Emo alle mille dell’ultima gara a Conselve».

Cosa ci si deve aspettare dal Monselice che verrà?

«Siamo una neopromossa, rispetto per tutti e massima umiltà. Abbiamo, però, una base imprescindibile: prima di essere giocatori, allenatori o dirigenti bisogna essere persone vere, pronte a mettere davanti ai propri interessi quelli della squadra, della maglia e della nostra città».

Matteo Lunardi

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