Sterchele: «Io, preso a calci nel sedere»
BRESSEO
Arrivederci e grazie. Dopo una vita spesa in biancorosso (diciannove anni tra settore giovanile e prima squadra) Giorgio Sterchele si è visto chiudere le porte in faccia dalla società vicentina e adesso medita la sua piccola rivincita: «Ho smesso da 5 anni, quando qualcuno pensò bene di darmi un calcetto nel posteriore e lasciarmi a casa - ha spiegato il preparatore dei portieri biancoscudati ieri a Bresseo - Meglio così, perché altrimenti non sarei qui a lavorare per una società meravigliosa. Per il resto ho tanti amici tifosi del Vicenza e auguro del bene alla squadra biancorossa, tranne sabato. Alla società, invece, non ho niente da dire. Le strade si sono divise ed è andata così».
Imperativo vincere per riscattare anche il passo falso di venerdì scorso.
«Il Vicenza arriverà carico dalla vittoria con il Verona, ma spetta solo a noi risollevarci e dimostrare che non siamo quelli del secondo tempo di Varese. All'Ossola nella ripresa non abbiamo fatto bene, ma c'è da dire che ci hanno punito ad ogni occasione».
Che ricordi ha dei vecchi Padova-Vicenza?
«Uno splendido all'Appiani, il famoso derby trasmesso in anticipo. Fu 0 a 0 l'anno in cui il Padova salì in A e io ero un ragazzino. Lo stadio era gremito, c'era una grande cornice di pubblico che mi piacerebbe rivedere anche sabato all'Euganeo. Purtroppo ora i tifosi hanno problemi con le trasferte, speriamo li risolvano presto perché abbiamo sempre bisogno di loro».
Situazione portieri. Com'è l'umore di Perin?
«Quando prendi tre gol non sei felice, e questa settimana dovrò tirargli su il morale. Io l'ho visto bene, sappiamo che è un ragazzo di prospettiva e deve maturare. Il derby arriva al momento giusto e sono sicuro farà vedere le sue qualità come ha sempre fatto sinora. Per un portiere a 19 anni non è facile stare ai vertici in B, ma a me dà grandi garanzie esattamente come gli altri due».
Pelizzoli?
«Peccato per il ko arrivato proprio al momento in cui era entrato in forma. Sta recuperando bene, è di categoria superiore».
Cano?
«Si allena sempre al massimo e non è detto possa toccare anche a lui alla fine».
Chi le ricorda Perin?
«Ha lo stesso ciuffo che aveva Buffon». (s.v.)
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