«Stretto Dardanelli ho la mia ricetta»

Sabrina Di Tommaso, 41 anni, tenterà la traversata
Di Cristina Chinello
NATOLI - SABRINA DI TOMMASO
NATOLI - SABRINA DI TOMMASO

PADOVA. L'ha attraversato il signor Alessandro Magno, un tizio che un qualche peso l'aveva; tale George Gordon Byron, per gli amici Lord Byron, un altro che due cose nella vita le ha fatte; lì un certo Bram Stoker fa accadere l'inseguimento finale di Dracula, non uno qualsiasi, nell'omonimo libro.

Lo stretto dei Dardanelli ne ha accolte di persone e di vicende. E ancora ne accoglierà, in particolare il prossimo 30 agosto: in 350, provenienti da tutto il mondo, si troveranno lì, per attraversarlo a nuoto, in una gara competitiva di quattro chilometri e mezzo da affrontare in meno di un'ora e mezzo.Fra loro ci sarà anche Sabrina Di Tommaso (nelle foto qui a sinistra), farmacista padovana, che appena leva il camice ed esce dalla bottega di via Facciolati, s'infila il costume e va ad allenarsi alla Padovanuoto sotto la guida di Moreno Daga, il guru dei nuotatori campioni olimpici.

Forse la corrente sarà a favore, per cui sarà come nuotarne di meno», spera lei. «Ma se il meteo sarà sfavorevole, com'è accaduto l'anno scorso, sembreremo tutti dei salmoni e ci sembrerà di nuotarne il triplo».

Sabrina, 41 anni, è pratica di traversate: l'anno scorso si è cimentata lungo lo stretto di Messina coinvolgendo tutta la famiglia. «Siamo andati giù con marito Marco e pupi (Tommaso di 5 e Maddalena di 7 anni), incastrandoci le ferie di una settimana in modo che la traversata ci finisse dentro. Loro mi hanno seguita in barca e commovente è stata mia figlia, che mi ha incitata con un cartello con la scritta forza mamma. A traversata conclusa mi ha detto: Mamma, sei stata bravissima. Un ricordo meraviglioso. Quest'anno, purtroppo, non potrò portare i bambini con me perché è complicato raggiungere il campo di gara, ma ci sarà solo mio marito a fare tifo».

I suoi due supporter più affezionati? Papà Antonio e marito Marco.«Soprattutto papà mi incita molto. Marco ogni tanto viene con me in piscina a nuotare, ma più per accontentarmi che per volontà».

Una passione, quella di Sabrina per il nuoto, che c'è sempre stata. «Sono sempre andata in piscina in orario di pranzo: anche quando lavoravo in altre città, cercavo subito l'impianto più vicino. È una mia necessità, un modo per fare qualcosa che mi piace veramente e mi fa stare bene. Ed è anche un modo per scaricarmi: il mio lavoro mi mette a contatto con tanta gente, e molta mi racconta i suoi problemi. È bello perché si instaura fiducia, ma anch'io ho bisogno di liberare la mente e il nuoto è lo sport ideale: metto in moto i muscoli, mi piace la fatica, e poi siamo solo io e il rumore dell'acqua. Avevo sospeso con le gravidanze, ma quando i bambini sono diventati più grandi, mi sono lanciata nelle imprese e la prima è stata proprio lo Stretto. È stato lì che mi sono resa conto che queste cose sono come una droga: inizi con una e poi non vuoi più smettere».

Davvero è tutto così semplice? «Insomma. A volte al mattino quando mi sveglio non avrei proprio voglia di andare a nuotare. Capita che mi ci costringa, ma so che mi sto facendo un favore, perché poi sto veramente bene».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova