Tavecchio ora apre al ct col pedigree: «Ma stipendio basso»

Piccolo mondo antico. Già, il libro dei desideri che il candidato presidente Carlo Tavecchio («martedì dopo gli Stati generali della serie D dirò ufficialmente se mi candiderò») ha iniziato a sfogliare pubblicamente al termine del consiglio federale parla di Valcareggi, Bearzot, Vicini. Sembra l’album dei ricordi ma lo schema di designazione del prossimo ct è chiaro: allenatore esperto ma di profilo basso, senza eccessive pretese economiche e un giovane apprendista da far ballare da solo tra due anni al termine degli Europei.
Non è una porta sbattuta in faccia a Massimiliano Allegri e Roberto Mancini, ma poco ci manca anche se ieri Tavecchio ha corretto il tiro. «Ho già detto che come filosofia ero per trovare una “cantera” con un tutor importante che sarebbe poi stato individuato – ha sottolineato il patròn della Lega dilettanti – ma davanti a soggetti pluridecorati dal punto di vista professionale che riducessero i compensi in maniera ragionevole non avrei personalmente nulla in contrario. Non si possono pretendere mica tre milioni di euro in un momento in cui il Paese è drammaticamente alla corde».
Insomma, se le “rockstar” della panchina fossero disponibili ad accettare ingaggi più bassi di quelli di mercato allora potrebbero rientrare in corsa. Le quotazioni dei due candidati forti della prima ora sono in ribasso. In primo luogo non accetterebbero un compenso troppo francescano e difficilmente farebbero da tutor a un giovane emergente. Ecco allora che nel listino di borsa del ct vanno alla grande i titoli di Francesco Guidolin e Marco Tardelli. L’attuale supervisore tecnico dell’Udinese sa di calcio, ha assaggiato il palcoscenico internazionale con la squadra friulana e preferisce la polvere del palco teatrale ai riflettori del set cinematografico.
Un buon maestro di pallone che non avrebbe problemi ad accompagnare un eventuale aspirante ct all’esame di maturità. Anche Marco Tardelli ha un dna compatibile con quello tracciato da Tavecchio: un passato importante, il suo urlo del 1982 è depositato all’ufficio brevetti di Coverciano, ha allenato la Nazionale Under 21 e si accontenterebbe di un ingaggio in linea con la politica di austerity federale. Negli ultimi anni ha accompagnato Giovanni Trapattoni in giro per il mondo e agli Europei del 2012 era il suo vice sulla panchina dell’Irlanda. Era pronto a decollare per la Costa d’Avorio sempre come spalla del Trap ma prima di prenotare il biglietto di sola andata aspetta una chiamata da Coverciano. In lizza anche un altro ragazzo dell’82. Già, perchè nella nazionale “Mundial” del 1982 c’era anche Antonio Cabrini, l’idolo delle donne già dai Mondiali d’Argentina del 1978 e che in mezzo alle donne c’è ancora adesso, non come “Dongiovanni” ma come ct della Nazionale femminile. Nelle sue vene scorre tanto sangue azzurro ma come Tardelli a livello di allenatore di squadra di club non ha riscosso grandi successi. Sono in calo le quotazioni di Alberto Zaccheroni considerato già troppo di mercato.
Già perché la Figc del “nuovo corso antico” intende rigenerare la cantera di Coverciano per produrre allenatori fatti in casa. Nel mondo solo la Germania e il Belgio dispongono di una struttura federale importante mentre nelle altre nazioni, anche quelle calcisticamente più evolute, sono i club a fare “giurisprudenza” calcistica. E in effetti la Germania si è affidata a un “federale” come Joachim Loew che è approdato sulla panchina della nazionale prima come vice di Jürgen Klinsmann nel 2006 e quindi come ct. Le altre grandi invece hanno attinto dal mercato chi offrendo ingaggi importanti come la Russia con Capello e l’Inghilterra con Hodgson e chi invece facendo leva sul blasone e il prestigio come la Spagna con Del Bosque e l’Olanda con Van Gaal.
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