Tommaso Marcon il campione dell’Alta in Moto2 a Valencia

Ha 20 anni, vive a San Pietro in Gu, è considerato un talento «Sono nato guardando Vale Rossi. Ora la mia occasione»



La storia di un predestinato, una vocazione sbocciata a due anni: quasi prima di dire “mamma”, vedeva il suo mito Valentino Rossi in televisione e scandiva “moto, moto”.

Voleva correre, cercare il cordolo, sfiorare con il ginocchio e il gomito l'asfalto, sfidando la fisica. Un talento sbocciato a San Pietro in Gu, nell’Alta Padovana, quello di Tommaso Marcon che domani correrà l’ultima gara del Mondiale Moto2 a Valencia con NTS. Un ragazzo del '99, venti anni li compirà il giorno di Santo Stefano, e che ha partecipato negli ultimi due anni al CEV sulla Speed Up, conquistando il titolo di debuttante dell’anno nel 2018 e salendo tre volte sul podio.

La grande occasione in terra iberica arriverà per sostituire Jesko Raffin.

Voce squillante, dalla Spagna Marcon risponde con la velocità che dimostra in pista: “Ciao, sono Tommy”. Né papà Massimiliano nè mamma Chiara Santon gli hanno trasmesso un Dna motoristico. Ha un fratello, Pietro, 15 anni. «Lui gioca a calcio».

« Quando alla tv c'era Vale Rossi io restavo ipnotizzato, lo indicavo col ditino e dicevo “moto, moto”. Ero ammirato nel vederlo sfiorare con il gomito l’asfalto, ero abbagliato dalle carrozziere luccicanti». Il debutto: «La prima volta che sono salito sul kart è stato a due anni e mezzo. A neanche sei anni ero sulla minicross, a 14 ha corso la Pre Moto3». Il talento non basta: «C’è tanto allenamento e tanto sacrificio: mi alleno 7 giorni su 7, almeno 3-4 ore. Sono seguito da un nutrizionista, nessuno sgarro, però ogni tanto mi manca il fritto e qualche bevanda almeno un po' alcolica».

I motori come vita, anche nelle pause dal racing: «Quando non sono impegnato con gare ed allenamenti mi trasferisco al BI Karting di San Giorgio in Bosco e ci passo più tempo che a casa». La velocità e l'adrenalina, sempre. Con una famiglia che sostiene il campione: «Hanno affrontato tanti sacrifici per aiutarmi a realizzare il mio sogno, papà mi portava a correre in pista tutte le domeniche». I segreti della crescita: «Tanta passione e sacrificio, non è così facile come può sembrare. Bisogna tenere il cervello sempre acceso, mente libera e concentrazione».

In pista corre con il 10, per caso: «Con la Honda nel 2011 ho debuttato nel campionato del trofeo italiano di Mini Gp, mi hanno assegnato il 10 e da allora ho tenuto sempre quello». Come nel 2018, domani utilizzerà il numero 70, visto che il 10 nel Mondiale è di Luca Marini. «Questa possibilità mi consentirà di crescere e imparare il più possibile, voglio arrivare avanti», ne è certo Marcon. Il traguardo è la serie regina, la Moto Gp. Ma il modello – con Rossi messo in ombra da Marquez – adesso ce l'ha in Formula 1: «Il mio campione preferito è Lewis Hamilton, mi piace come pilota, è il numero uno». —



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