V7 Classic, 50 anni di storia Guzzi

Una serie speciale di mille esemplari per l’anniversario: ogni versione personalizzabile come nel 1967
La V7 Classic è una lettera d’amore alla storia Moto Guzzi e il modello più venduto del marchio italiano acquisito da Piaggio nel 2004 e con sede a Mandello del Lario sin dal 1921. Vintage nei particolari estetici, di assoluta attualità per componentistica e sicurezza e giunta alla terza generazione, la V7 Classic III celebra i suoi primi cinquant’anni con una speciale livrea cromata e limitata a mille esemplari. La variazione denominata
Anniversario
si aggiunge quindi alle rinnovate Stone, Special e Racer per un’offerta sempre più ampia e accompagnata, nei suoi vari passi evolutivi, dalla numerazione progressiva con simboli romani.


I rassicuranti ed equilibrati canoni estetici sviluppati attorno al mitico bicilindrico a V trasversale sono entrambe colonne portanti del racconto V7 Classic e lo scultoreo motore raffreddato ad aria – nato appunto nel 1967 da un intuizione dell’ingegner Giulio Cesare Carcano che lo aveva originariamente progettato per una Fiat 500 da 140 orari di velocità massima – resta il tratto somatico strutturale di un design senza tempo. Nel tortuoso test drive dalla fabbrica Guzzi alle alture attorno al Lago di Como, l’ultimo twin “small block” 750 by Moto Guzzi con 52 cavalli, 60 Newtonmetro di coppia si è fatto apprezzare per l’erogazione piatta e decisa già a bassi giri a supporto di prestazioni pronte e fruibili. Elemento che assieme a dettagli nostalgici, proporzioni immutate nel tempo e quel suono rauco e gutturale che, specie in accelerazione ma procedendo a ritmi tenui con casco aperto e occhiali da sole, riporta ad atmosfere e sensazioni dei favolosi anni Sessanta.


Detto ciò, il comportamento dinamico della V7 Classic è allineato alla viabilità moderna con i circa cento chilometri di curve della prova – affrontate prevalentemente sulla versione
Anniversario
con serbatoio cromato, soffice sella di pelle, tappo del rifornimento con serratura, aquile intarsiate e dorate ed il parafango in alluminio spazzolato – a confermare i progressi relativi a ciclistica, ergonomie ed efficacia dell’impianto Abs e del controllo di trazione regolabile e disinseribile. Come s’intuisce dal look, la V7 Classic non può essere una moto da gomiti a terra in quanto geometrie, telaio (in acciaio a doppia culla con rinforzi frontali
ndr
) e messa a punto delle nuove sospensioni sono inviti a una guida divertente e vivace ma comunque rilassata. Infine, a enfatizzare l’unicità di uno dei modelli più significativi del Dopoguerra italiano, ogni versione, partendo dal presupposto che i grandi classici sono sempre di moda, può essere personalizzata e riportata alla configurazione originale del 1967 con componenti di serie intercambiabili.


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