Venti singalesi e un solo italiano, ecco il Padova Cricket

Andrea, 39 anni, si allena con la squadra dietro all’Euganeo: «Sport bellissimo, da quando gioco ho coronato un sogno»

PADOVA. Stadio Euganeo, lato esterno della curva sud, sabato pomeriggio. Impossibile non notare un gruppo di ragazzi vestiti di bianco che giocano sull’erba con delle mazze di legno e delle palle, rosse, di sughero e cuoio. Giocano a cricket. Sono tutti di origine singalese, a parte uno: Andrea Righi, 39 anni, padovano, cuoco attualmente in cerca d’occupazione.

«Mi sono unito alla squadra da poco, ma sono un appassionato di questo sport dagli anni 80: alla tv non mi perdevo una partita dell’allora squadra più forte, il Bangladesh».

Il cricket è uno sport antico, nato intorno al 1.300 in Inghilterra e giocato principalmente in territorio britannico, oltre che in diverse nazioni asiatiche non ché ex colonie inglesi (Pakistan, Sri Lanka, India). Le partite, che si disputano fra due squadre di undici elementi, si svolgono su un campo d’erba, ovale o rettangolare, denominato pitch ai cui estremi sono posti tre paletti che formano il wicket. Le frazioni di gioco, hinnings, vedono lanciatori e battitori alternarsi, cercando di ottenere più punti possibili con i 300 lanci a disposizione. «La squadra di Padova è attiva dal 1993, ed è nata come Ceylon Cricket Club», racconta Yannick Saparamadu, 30 anni, laureato in economia aziendale e commerciante, portavoce di quello che ora si chiama Padova Cricket. «Gioco da due anni come battitore e fino a qualche settimana fa ero l’unico giocatore della squadra con il passaporto italiano, visto che sono nato a Bassano del Grappa. Poi è arrivato Andrea, che ci ha impressionato con la sua conoscenza delle regole». «Il mese scorso passavo in auto accanto allo stadio Euganeo e ho visto giocare quella che ho subito riconosciuto come una partita di cricket. Non mi è parso vero e sono immediatamente andato a propormi come giocatore», rivela Andrea. Per il momento però dovrà accontentarsi delle partite d’allenamento, in quanto il campionato, che va da aprile a ottobre, è già concluso e la Coppa Italia si chiuderà domenica prossima nell’ovale di Rastignano, in provincia di Bologna, l’unico campo regolamentare d’Italia, che vedrà la finale tra Roma e Lions Bergamo. Il Padova Cricket ha giocato la scorsa stagione in serie C, ma l’anno prossimo, forte del secondo passaporto italiano portato da Andrea, potrà accedere alla serie B. «Funziona così: per la serie C non ci sono restrizioni e può giocare qualsiasi formazione; per la B sono necessari almeno due passaporti italiani e per la A almeno quattro», precisa Yannick. «La primavera scorsa siamo stati contattati dalla Banca Popolare di Vicenza. Il direttore della filiale di Mestre ci ha visti giocare e ci ha voluto sponsorizzare». Come dire: a volte giocare fuori dallo stadio può essere la scelta vincente.

Annalisa Celeghin

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