Veronica Zanon sogna le Olimpiadi tra allenamenti, amici scarpe e vestiti

L’INTERVISTA
Tokyo? No, Nairobi. «Perché è bello sognare le Olimpiadi, ma è più realistico pensare ai Mondiali under 20, che il prossimo luglio saranno appunto ospitati a Nairobi, in Kenya. E comunque, appunto per essere concreti, l’obiettivo è casomai quello di andare ai Giochi di Parigi 2024, quando avrò 23 anni e sarò più matura tecnicamente». Eccola qui, Veronica Zanon. Che, come chiunque ami la regina degli sport e gareggi, sogna i cinque cerchi, ma non ha perso il contatto con la realtà. Intanto, si gode il titolo di “atleta padovana dell’anno”, incoronata alla festa della Fidal ospitata ieri a Montegrotto. Un riconoscimento alle maglie azzurre indossate ai Campionati europei under 20 in Svezia e all’incontro internazionale indoor di Ancona, oltre che alle 4 medaglie (un oro, due argenti e un bronzo) ai Tricolori juniores con Assindustria Sport fra lungo, triplo e 4x100.
Un 2019 memorabile, Veronica.
«In realtà lo definirei un 2019 di passaggio e di cambiamenti. Ho 18 anni, ma sono una “primina”, quindi ne ho guadagnato uno, affrontando la maturità già quest’estate: questo ha fatto sì che giugno e luglio siano stati due mesi belli intensi, tra l’esame (passato con 96 all’istituto Girardi di Cittadella, indirizzo di ragioneria, ndr) e gli Europei. Per quanto riguarda l’atletica, abbiamo inserito parecchie novità a livello tecnico, relative soprattutto alle rincorse in pedana. Ho già raccolto alcune soddisfazioni, migliorando il mio personale nel lungo indoor dove ho raggiunto i 6.16 metri (nuovo record assoluto provinciale, ndr) e nel triplo, dove sono arrivata a 13.15 (altro primato padovano, ndr), ma so di poter fare di più. Per riuscirci, però, dovrò metabolizzare le modifiche introdotte».
Lei è di Galliera Veneta, 7.118 abitanti. Un piccolo comune, che ha sfornato tre saltatrici capaci di andare a medaglia ai campionati italiani: lei e le sue compagne di squadra Carol Zangobbo e Francesca Bianco. Mangiate qualcosa di particolare dalle vostre parti?
«Ci chiedono spesso se c’è un segreto e non è facile rispondere. Credo che dipenda dal nostro tecnico, Ormisda De Poli, che ha un nome unico come è unico lui. Mi ha visto crescere, mi segue da quando avevo 12 anni, ed è preparatissimo. E con Francesca e Carol ci stimoliamo a vicenda: io sono cresciuta vedendo loro, le più piccole probabilmente guardano me con gli stessi occhi. Ci alleniamo a Galliera, ma con alcune sedute al Colbachini, dove la struttura è più adeguata».
Immaginiamo che sarebbe contenta se venisse costruita una nuova pista a Cittadella in concomitanza con i possibili lavori al Tombolato.
«Altroché. Cittadella è in una posizione strategica e potrebbe fare da punto di riferimento anche per le altre province. Senza contare che l’attuale pista del Tombolato è utilissima per l’attività delle scuole, ma certo non può ospitare allenamenti e gare».
Nel 2020 si dedicherà a lungo, triplo o a entrambe?
«Punto al salto di qualità, per questo mi concentrerò sul triplo. Quel 13.15 ha cambiato i piani, perché in teoria il 2019 doveva essere dedicato soprattutto al lungo, invece la stessa Federazione nazionale ci ha chiesto di puntare sull’altra gara».
C’è spazio per una vita extra-atletica?
«Con gli studi sono in un momento di pausa: per un disguido burocratico è stato perso il modulo di iscrizione all’università di Padova, facoltà di Economia. E così sto valutando se iscrivermi a un’università telematica per non perdere un anno e poi tornare a quella “tradizionale”. Così adesso ho più tempo per allenarmi. Sto per prendere la patente, altra scadenza importante. E poi vivo il patronato della mia parrocchia, nel Gruppo Giovani».
Fidanzato?
«Al momento no».
Hobby?
«Lo shopping lo è?», ride. «Mi piace distrarmi andando a far compere con la mamma o la nonna, ma non faccio spese pazze o collezioni. Magari scarpe o vestiti, quello sì, ma sono acquisti intelligenti… come gli studi di ragioneria impongono di fare». —
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